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Attentato a Dacca, 9 gli italiani uccisi: 20 morti, 13 ostaggi liberati nel blitz

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Dalla Farnesina arriva la prima conferma: sono 9 le vittime italiane dell’attentato a Dacca, la capitale del Bangladesh, dove un commando di jihadisti ha fatto irruzione in un ristorante frequentato da stranieri. A dare la terribile conferma lo stesso ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. Venti i civili uccisi: quasi la metà sono connazionali. I numeri dell’attentato al bar-ristorante Holey Artisan Bakery sono quelli di un’azione di guerra: 20 morti (di cui 9 italiani) e 40 feriti. 13 invece gli ostaggi liberati dal blitz delle forze di polizia di Dacca.”Oggi è il momento del dolore, ma l’Italia ha la forza per rispondere con sua unità a quella che è una minaccia globale“, ha commentato Gentiloni che ha parlato di una “strage di italiani a Dacca“. Il ministro ha specificato che manca all’appello una decima persona italiana che non risulta tra le vittime e che al momento è data per dispersa.

(Cristian Rossi e Marco Tondat)

I NOMI DELLE VITTIME ITALIANE: La Farnesina, dopo aver confermato la notizia, ha diffuso i nomi delle 9 vittime italiane della strage di Dacca: Adele Puglisi, Marco Tondat, Claudia Maria D’Antona, Nadia Benedetti, Vincenzo D’Allestro, Maria Rivoli, Cristian Rossi, Claudio Cappelli e Simona Monti. Il ministero ha confermato che un italiano è riuscito a fuggire: si tratta di Gianni Boschetti, imprenditore tessile italiano. L’uomo era a cena quando gli uomini armati hanno fatto irruzione nel locale, ma è riuscito a fuggire.

CLAUDIA, ADELE, MARCO, CHRISTIAN E GLI ALTRI: CHI SONO LE VITTIME ITALIANE

Il blitz delle forze speciali nel bar-ristorante, attaccato nella serata del 1° luglio da un commando di sette terroristi armati con fucili d’assalto, spade e bombe a mano, ha concluso la notte di terrore nella zona più frequentata dagli stranieri nella capitale del paese. Il commando aveva preso in ostaggio almeno 20 persone, uccidendone altre al grido di Allah Akbar, Allah è grande: l’attentato è stato rivendicato dall’Isis. Dopo un’operazione durata ore, è la premier Sheikh Hasina a dare il primo bilancio, con un terrorista catturato e altri sei uccisi.

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Il generale di brigata dell’esercito Naim Asraf Chowdhury ha confermato che sono 20 i morti nell’attentato, 13 gli ostaggi liberati nel blitz, 7 le vittime giapponesi. “Siamo stati in grado di salvare 13 persone e non abbiamo potuto salvarne altre. Credo che questi terroristi non siano di nessuna religione. Che tipo di musulmani invece di pregare compiono tali atti? “, ha commentato la premier Hasina.


L’ISIS: l’agenzia di stampa Amaq, legata allo Stato islamico, ha rivendicato l’attentato all’Isis e riporta l’uccisione di oltre 20 stranieri di diverse nazionalità, anche se potrebbe trattarsi di mera propaganda. Un’altra agenzia legata allo Stato Islamico, la Amaq, ha riferito che il gruppo terroristico avrebbe pubblicato delle foto degli stranieri uccisi nell’attacco al caffè ristorante ‘Holey Artisan Bakery’ di Dacca.


Il premier Renzi commenta l’attentato di Dacca

RENZI: ‘L’ITALIA NON ARRETRA, SIAMO TENACI’. “Siamo in contatto con le famiglie da ieri sera, ogni notizia ufficiale sarà data quando le famiglie saranno state avvisate“, ha chiarito il premier in conferenza stampa, specificando che un aereo del governo è già in volo per Dacca. “L’Italia non arretra davanti alla follia di chi vuole disintegrare la vita quotidiana, siamo colpiti ma non piegati, siamo un popolo tenace. La priorità è stringerci attorno alle famiglie“. Renzi ha ricordato le altre vittime italiane del terrorismo dell’Isis, Valeria Solesin al Bataclan di Parigi e le vittime del Museo del Bardo di Tunisi. “Davanti alla tragedia, l’ennesima, di matrice islamica credo sia il momento in cui l’Italia tutta unita oggi dia un messaggio di dolore e compassione, oggi possa piangere le lacrime di solidarietà e cordoglio“.

LO CHEF: ‘UN ORRORE’ Stavo prendendo del cibo dalla mensa quando ho visto qualcuno cadere, un ragazzo crollato in giardino per i colpi. Ho pensato subito che fossero terroristi“. Così lo chef argentino Diego Rossini, al lavoro nel ristorante attaccato a Dacca, ha raccontato di aver vissuto “un orrore” e di essere riuscito a fuggire dopo essersi nascosto dai terroristi, grazie all’aiuto della polizia. “Dallo scorso anno abbiamo un protocollo di sicurezza, allora sono andato sulla terrazza. Con me c’era una decina di persone. Tutti insieme abbiamo messo dei mobili per bloccare la porta. Abbiamo pensato che i terroristi avrebbero ucciso clienti e se ne sarebbero andati, ma ben presto notato hanno iniziato a spintonare la porta, come in un film horror“, ha detto lo chef argentino. Secondo Rossini, gli aggressori erano giovani, avevano “tra i venti e i trent’anni“, ed erano armati con pistole, fucili automatici e uno di loro aveva una borsa con le granate. “Ho trascorso circa tre ore nascosto in diverse parti. La maggior parte di quelli che erano con me è stato salvato“, ha raccontato il testimone.

Alla fine hanno aperto la porta. Non c’era riparo se non dove ero io, in cima a un serbatoio di acqua. Se mi avessero cercato mi avrebbero trovato – ha raccontato ancora Rossini – ho sentito colpi nelle vicinanze, l’esplosione di una granata. Ho saltato dall’altezza di quattro metri. Ho cercato di afferrare un albero, ma sono caduto e rimasto bloccato in un corridoio vicino,” ha detto. In quel momento, la polizia ha circondato il luogo. “La polizia ha cercato di guardare attraverso il buco, ho sollevato le mani e mi hanno tirato fuori“, ha detto Rossini. “In un altro giorno ci sarebbe stata più gente… C’erano solo circa 25 clienti, tra cui alcuni italiani e giapponesi, e 20 o 30 dipendenti“.

IL TESTIMONE: ‘TORTURATI SE NON CONOSCEVANO IL CORANO’. “Gli ostaggi che erano in grado di citare versi del Corano sono stati risparmiati, gli altri sono stati torturati“. È quanto ha raccontato un ostaggio salvato nel corso del blitz all’interno del ristorante di Dacca, al quotidiano indiano ‘Daily Star’, citando Rezaul Karim, padre di Hasnat Karim che è stato tenuto in ostaggio nel ‘Holey Artisan Bakery’ per più di dieci ore. “Gli attentatori non si sono comportati male con i cittadini del Bangladesh – ha riferito l’uomo, citando il figlio – anzi hanno dato da mangiare a tutti i locali. Ma hanno fatto una sorta di ‘esame’ sulla religione chiedendo a tutti di citare il Corano: quelli che sono stati in grado di recitare un verso o due sono stati risparmiati, gli altri torturati


UNA SITUAZIONE ESPLOSIVA: nei mesi passati il governo del Bangladesh ha tentato di fare piazza pulita degli estremisti islamici arrestando oltre 2mila persone fra militanti, blogger, intellettuali e semplici simpatizzanti. Dal 2013 il Paese ha sofferto un’ondata di attacchi di stampo islamista, che si sono intensificati nel 2015, il che ha portato la polizia a lanciare una vasta operazione con migliaia di arresti. Alcune delle azioni terroristiche sono state rivendicate dallo Stato islamico, mentre altre dalla branca locale di al-Qaeda, ma le autorità locali tendono ad attribuire le responsabilità a gruppi autoctoni.


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IL MESSAGGIO DI PAOLO GENTILONI: “Seguo momento per momento la situazione #Dakka. Ansia per gli italiani coinvolti, vicino alle famiglie”. Lo scrive il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter.

NUOVE MINACCE: tramite alcuni account Twitter pro Isis sono stati lanciati avvertimenti in cui si minacciano attacchi per il fine settimana del 4 luglio, data in cui negli Stati Uniti si festeggia l’Independence Day per celebrare la dichiarazione di indipendenza del 1776. Lo riferisce il gruppo statunitense Site, che monitora le attività jihadiste online. Secondo Site, gli account pro Isis in questione avvertono di possibili attacchi negli aeroporti di Londra Heathrow, Los Angeles e Jfk di New York.

Redazione

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