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“Parigi oggi è la capitale del mondo“. Così il presidente Francois Hollande ha salutato i leader internazionali presenti nella marcia contro il terrorismo per ricordare le vittime della strage al Charlie Hebdo e del sequestro al Hyper Chacher. 2 milioni di persone, 45 Capi di Stato e personalità politiche partecipano al corteo che è partito alle 15 da place de la République fino a place de la Nation: una manifestazione che ha riunito il popolo francese e le autorità politiche internazionali per dire no al terrorismo.
La Francia ha dispiegato misure eccezionali, come ha spiegato il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve, “per garantire la sicurezza della manifestazione”. Presenti tra gli altri Benyamin Netanyahu e Abu Mazen. Le forze di sicurezza francesi hanno messo sotto controllo i due cortei per le strade della capitale. La manifestazione è stata fortemente voluta dal presidente Francois Hollande per dimostrare che la Francia non si piega alla logica del terrorismo.
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I Capi di Stato e le autorità
Numerosa la presenza di Capi di Stato e autorità politiche da tutto il mondo. In piazza ci sono, oltre a Hollande e Sarkozy (ma non Marine Le Pen), i principali leader europei, a partire da Matteo Renzi. Ad aprire il corteo delle autorità, il presidente francese con accanto Angela Merkel e Ibrahim Boubacar Keita, presidente del Mali: una scelta non casuale quella della presenza del presidente africano. Si tratta infatti di un omaggio a Lassana Bathily, il dipendente del supermercato kosher, originario del Mali, che salvato 15 persone dalla furia di Amedy Coulibaly nascondendole nella cella frigorifera. Non solo: in Mali, ex colonia francese, i militari transalpini sono impegnati nella lotta contro al Qaeda.
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Per la prima volta dal 1990 un presidente francese è sceso in piazza con i suoi concittadini: nel corso della manifestazione ci sono stati momenti di grande emozione, come quando Hollande si è staccato dai Capi di Stato ed è andato a salutare i parenti delle vittime, dando anche un lungo abbraccio a Patrick Pelloux, medico del pronto intervento e collaboratore di Charlie Hebdo, che è intervenuto per primo sul luogo della strage. Il premier Manuel Valls ha invece deciso di lasciare il corteo delle autorità e sfilare accanto ai cittadini.
Dalla parte opposta, a distanza di pochi metri ma in prima fila, ci sono da un lato il premier israeliano Benyamin Netanyahu, dall’altro il presidente dell’Autorità palestinese Abu Mazen, distanti appena cinque metri.
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Poco più indietro, preceduti dallo striscione “Nous sommes Charlie”, i membri del Governo e i leader politici francesi, senza la Le Pen: nessuna bandiera di partito, solo il tricolore di Francia che spunta dal corteo.
A sfilare ci sono anche il premier britannico David Cameron, il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy e quello turco Ahmet Davutoglu. Per l’Unione Europea partecipano l’Alto rappresentante per la Politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, e il presidente della Commissione Europera Jean-Claude Junker, in prima fila.
Presenti anche autorità dal resto del mondo e dei paesi arabi. Ci sono infatti il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, e il premier ungherese Viktor Orban, il presidente ucraino Petro Poroshenko. Confermata la presenza della delegazione del Marocco con il ministro degli Esteri, Salaheddine Mezouar. Dall’Egitto la delegazione è guidata dal ministro degli Esteri Sameh Shoukry; dalla Giordania sono arrivati il re Abdullah e la regina Rania.
Manca il presidente USA Barack Obama. Dagli Stati Uniti arriva la notizia lanciata dalla Cnn secondo cui nelle ultime 24 ore sarebbero state attivate in Francia alcune cellule terroristiche dormienti.
Al termine della manifestazione, Hollande si è recato con Netanyahu alla sinagoga di Rue de la Victoire per la cerimonia in ricordo di tutte le vittime delle stragi parigine; in seguito è andato a trovare la famiglia di Ahmed Merabet, il poliziotto freddato da Said Kouachi dopo la strage al Charlie Hebdo.
Il vertice
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Prima della grande marcia del pomeriggio, nella capitale francese si è svolta una riunione dei ministri dell’Interno e della Giustizia dell’Unione Europea e degli Stati Uniti. L’obiettivo è stato quello di creare nuove possibilità per inedite misure per la lotta al terrorismo. Alla fine dell’incontro i ministri hanno espresso la necessità di una collaborazione attiva con gli operatori di internet, in modo da identificare con precisione e reprimere i “contenuti che incitano all’odio e al terrorismo”. Il ministro degli Interni della Francia ha spiegato: “Abbiamo sottolineato con forza il bisogno di una maggiore cooperazione con gli operatori del settore Internet per garantire la segnalazione e il ritiro dei contenuti illeciti e in particolare dei contenuti che fanno apologia del terrorismo o incitano alla violenza o all’odio”.
Le dichiarazioni di Renzi e di Alfano
Le parole del Premier italiano Matteo Renzi prima della manifestazione sono state: “I nostri valori sono più forti delle loro minacce”. E’ così che ha commentato il Presidente del Consiglio, presente a Parigi insieme agli altri leader politici. Renzi ha detto: “Siamo qui per dire che noi non ci fermiamo, non ci facciamo arrestare dall’orrore e dalla paura, da Parigi deve partire un messaggio di dolore e vicinanza, ma anche di ripartenza e futuro perché l’Europa non è solo passato. L’Europa è molto di più di un fattore solo economico. Questa vicenda tragica può avere come effetto collaterale positivo, l’unico, di riportare ciascuno di noi a riflettere su cosa è l’Europa: l’Europa sono 70 anni di pace”.
Anche Angelino Alfano è intervenuto, dicendosi contrario all’ipotesi di modificare Schengen: “E’ una grande conquista di libertà, non si può regalare ai terroristi il successo di tornare indietro”. Il ministro dell’Interno italiano ha detto che in questo momento “non esiste un Paese a rischio zero” e ha comunque assicurato che c’è un’allerta massima sulle eventuali “cellule dormienti”.
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