Il 3 aprile è stato il giorno dell’attentato a San Pietroburgo, che ha causato 11 morti e 45 feriti. L’esplosione della bomba è avvenuta nella metropolitana della città russa: nelle immediate vicinanze si trovava il calciatore Domenico Criscito, che ha raccontato: ‘Ero vicino al luogo dell’attentato, ma ho capito cos’era successo, soltanto una volta tornato a casa’.
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‘Ero in un ristorante nella zona, a poche centinaia di metri dall’attentato in cui sono morte delle persone, ma davvero era impossibile capire: sono andato a casa, ho acceso la tv e ho realizzato davvero quel che stava succedendo’, sono queste le parole, intrise di emozioni forti e contrastanti, che Domenico Criscito, ex calciatore del Genoa che attualmente gioca nello Zenit di San Pietroburgo, ha utilizzato per raccontare la sua scioccante esperienza.
Criscito ha poi spiegato all’Ansa: ‘In città non si avverte panico. Purtroppo sono tragedie che possono capitare in ogni angolo del mondo, soprattutto in zone non sorvegliate come una metro. Nessuno sa con precisione da dove arrivi questa bomba. Io so solo che in queste ore a San Pietroburgo c’è Putin’.
Oltre a Criscito, a San Pietroburgo si trovava anche Carlo Nicolini, preparatore atletico italiano dello Zenit, che ha confidato ai giornalisti: ‘Quella è proprio la linea di metropolitana che prendo ogni giorno per andare all’allenamento, che choc’.
ATTENTATO A SAN PIETROBURGO: LE ALTRE TESTIMONIANZE
A distanza di poche ore dall’attentato che ha colpito la metro di San Pietroburgo, hanno iniziato a diffondersi le testimonianze di chi era presente e ha avuto la fortuna di uscirne indenne.
Si moltiplicano anche le frasi di paura e dolore dei testimoni oculari dell’ennesima tragedia di questi anni di terrore, sui social network: ‘La gente era stesa per terra, la pelle annerita, spaventosa, con un orribile odore di carne bruciata’, ha raccontato una donna alla tv moscovita Life News. Un’altra ha aggiunto: ‘C’è stato un rumore assordante, un forte odore e fumo. Tutto accadeva mentre la metro era in movimento, il treno non si fermava. Poi alla stazione del Technological Institute siamo scesi tutti’. Mentre un dipendente della metro ha spiegato: ‘L’esplosione è stata di una tale violenza che la gente aveva la pelle a brandelli, c’era sangue dappertutto’.