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In seguito alla strage al Museo del Bardo di Tunisi in Tunisia il primo ministro tunisino, Habib Essid, ha licenziato il capo della polizia di Tunisi e ha azzerato i vertici della sicurezza nella capitale. Intanto, è stato arrestato il poliziotto che aveva abbandonato il servizio di guardia all’esterno del museo poco prima dell’attacco, spianando la strada ai due terroristi. Licenziati anche il capo della polizia di Tunisi, il commissario responsabile per l’area in cui si trovano il museo del Bardo e il Parlamento, il responsabile per la sicurezza dei turisti e il capo di una brigata di intelligence. E proprio domenica 29 marzo 2015 la Tunisia ha organizzato una grande manifestazione di piazza per dire no al terrorismo e per sostenere la pace. Al corteo, che si concluderà proprio davanti al museo, oltre ai cittadini parteciperanno anche diverse autorità internazionali e capi di Stato e di governo provenienti da varie parti del mondo.
Le forze dell’ordine stanno dando la caccia a un terzo terrorista complice della strage al Museo del Bardo di Tunisi in Tunisia. Dopo la pubblicazione di un video inedito da parte del ministero dell’Interno tunisino si stanno cercando nuovi elementi per ricostruire la dinamica dell’attentato. Il presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi, in un’intervista in tv dal Bardo, ha detto che gli inquirenti ‘stanno dando la caccia’ al terzo attentatore, che è in fuga ma – assicura – ‘non andrà lontano’. Nel filmato che dura circa 1 minuto Jabeur Khachnaoui e Yassine Laabidi, si aggirano con la testa nascosta nel cappuccio della felpa e in un cappellino da baseball nei locali del museo che sembra deserto. Alla fine del filmato si vedono le foto dei cadaveri dei due terroristi uccisi nel blitz delle forze dell’ordine.
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Il video mostra i due terroristi, addestrati in un campo jihadista in Libia, che entrano nella struttura armati di kalashnikov pochi minuti prima di compiere la strage che ha seminato il terrore nella città tunisina, nella quale hanno perso la vita anche quattro italiani. Nel filmato si vedono i due terroristi armati entrare nel Museo e salire le scale. Il governo tunisino ha aggiunto al filmato le foto che mostrano i corpi degli attentatori dopo la loro uccisione. Intanto i media tunisini riportano la notizia dell’arresto di due presunti terroristi a Ras al Jebel, vicino a Bizerta. Sono sospettati di far parte di un gruppo estremista islamico collegato all’attentato del museo del Bardo. Tra il materiale compromettente trovato in loro possesso, una rubrica telefonica con nomi e numeri riconducibili a terroristi di gruppi tra Tunisia ed Algeria e alcune mappe tra cui quelle della zona di confine tra Tunisia e Algeria e alcune dello stesso museo di Tunisi.
Il presidente della Repubblica tunisina Beji Caid Essebsi ha comunque ammesso qualche responsabilità circa la mancata sicurezza al Museo, e in un’intervista Tv del 22 marzo aveva annunciato l’organizzazione per il 29 marzo di una marcia di solidarietà per le vittime dell’attentato al museo del Bardo e contro il terrorismo. E’ stata anche inaugurata una stele in onore delle vittime. Il corteo è partito da Bab Saadoun con destinazione il Bardo e la sede del Parlamento.
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Le salme di Orazio Conte, Giuseppina Biella, Francesco Caldara e Antonella Sesino, gli italiani uccisi nell’attacco al museo del Bardo di Tunisi, sono giunte all’aeroporto militare di Ciampino nella giornata del 21 marzo. A bordo del Boeing 767 dell’A.M. che li ha riportati a Roma hanno viaggiato i familiari delle vittime. Da Roma l’aereo è ripartito per Torino. Ad attendere le salme l’arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia e il sindaco Piero Fassino.
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