La situazione in Afghanistan è davvero preoccupante e mentre la crisi umanitaria dilaga, a causa della gestione del governo talebano che ha riportato il Paese nel baratro, c’è chi approfitta del momento e torna a sferrare attacchi contro i talebani. Negli ultimi tempi sono presi di mira luoghi frequentati da stranieri ma anche edifici istituzionali frequentati da diplomatici. Dopo il ritorno al comando del governo talebano si sono via via intensificati gli attacchi di gruppo islamici estremisti che mirano a far cadere le fragili istituzioni governative. Attentato a Kabul nel cuore degli affari Esteri.
Si tratta di una situazione che si è riproposta dal momento in cui sono tornati al potere i talebani che poi hanno abbracciato anche gruppi ribelli ed estremisti dato la situazione instabile del Paese dopo la partenza delle forze statunitensi e il ritorno ufficiale del governo talebano. Le autorità non appena entrate in possesso dei poteri e delle cariche statali hanno cominciato a martoriare la popolazione, concentrandosi soprattutto verso il genere femminile. Nel caos più totale il popolo deve temere anche il ritorno della faida tra militanti dello stato islamico, membri dell’Isis, che approfittano della crisi statale per combattere i talebani.
Quello che sta accadendo è però preoccupante in quanto sembra che la presenza dell’Isis sia tornata presente e forte, anche se con numeri ancora ridotti, creando un reale pericolo per le istituzioni talebane già così fragili. La voglia dei gruppi estremisti islamici di combattere e sconfiggere i talebani, li porta ad attuare un piano che mira a colpire in maniera costante e paziente fino allo sfiancamento delle autorità. L’attacco a Kabul di oggi non ha ancora ricevuto nessuna rivendicazione, ma ha tutte le sembianze degli ultimi atti compiti verso le istituzioni straniere come per esempio le ambasciate e poi rivendicate dai militanti dello stato Islamico.
Cosa sta succedendo in Afghanistan
In questo momento l’Afghanistan sta attraversando un momento complicatissimo che vede da un lato l’enorme sofferenza di un popolo che è allo stremo a causa della crisi economica che imperversa, dopo che le autorità statunitensi hanno deciso di lasciare il Paese e così anche gli aiuti sono venuti a mancare. La gestione pessima del governo dei talebani ha generato una vera e propria impennata dell’inflazione e la povertà è ora estrema. Le istituzioni funzionavano grazie alla sovvenzione statunitense e nel momento in cui sono venuti meno i fondi chi lavora negli uffici statali lo fa senza stipendio.
Il malcontento popolare è aumentato poi a causa delle durissime regole reintrodotte dalle autorità talebane, che colpiscono in particolare modo le donne. L’imposizione del governo riguardo la questione femminile è mirato al dimostrare potere e di conseguenza all’incutere timore e sottomissione ai cittadini. Dopo il ritorno al potere dei talebani le donne sono state oggetto di un accanimento che ha visto calpestate tutte le conquiste del genere femminile acquisite in anni di coesistenza sul territorio tra forze Usa e afghane.
La regressione dei diritti femminili ha raggiunto anche l’istruzione e il lavoro nelle organizzazioni non governative che ora sono vietati per le donne afghane. I divieti del governo talebano stanno aumentando di giorno in giorno e ieri sono stati vietati anche i centri estetici oltre che palestre e piscine che già erano vietate.
I talebani colpiscono in maniera decisa le donne afghane ma vengono colpiti a loro volta dai militanti dell’Isis che hanno ripreso possesso delle loro roccaforti in Afghanistan ma, sopratutto, hanno ricominciato ad attaccare tramite attacchi bomba e kamikaze luoghi simbolo per stranieri come ambasciate e uffici istituzionali. Si tratta di una presa di posizione chiara sia contro le autorità talebane che contro l’Occidente ritenuto ostile.
Una minaccia reale che ha mostrato nel concreto attacchi alle ambasciata russa e a quella cinese ma anche all’hotel di Kabul frequentato da uomini d’affari cinesi. Lo Stato Islamico mira a espandersi il più possibile e sta sfruttando la crisi in Afghanistan per inserirsi all’interno del Paese. La lotta tra le autorità afghane e le milizie dell’Isis è diventata una costante quotidiana che sta provocando molti morti. Non è possibile non ricordare le ragazze uccise a scuola senza crudeltà dal gruppo Islamico.
La violenza non è soltanto reciproca e ciò che logora le associazioni umanitarie e le autorità internazionali è la sofferenza che provoca tutto questo nel popolo afghano. Ora che le autorità talebane sono in difficoltà hanno subito un’ulteriore duro colpo e non si sa ancora se siano stati i militanti dello stato Islamico.
Attentato al ministero degli Esteri di Kabul
Davanti al ministero degli Esteri di Kabul si è verificata un’esplosione causata da un kamikaze che ha provocato morti e feriti. Sembra, dalle fonti locali, che il numero dei morti sia ora arrivato a venti ma non emergono dettagli ufficiali da parte delle autorità governative afgane ma nemmeno dalle milizie islamiche.
Jamshed Karimi, autista dell’agenzia Afp, che ha assistito all’esplosione, ha spiegato che ha contato “circa 20-25 vittime. Non so quanti di loro fossero morti o feriti. Stavo aspettando in macchina, quando ho visto un uomo con un kalashnikov in spalla e con una borsa. È passato davanti alla mia macchina e dopo pochi secondi c’è stato un forte scoppio. Ho visto quest’uomo farsi esplodere“.
Jagoda Grundtska, giornalista freelance polacca che vive a Kabul, ha condiviso su sui social: “L’esplosione davanti al ministero degli Affari Esteri è avvenuta esattamente quando i dipendenti stavano uscendo dai loro uffici. I talebani hanno chiuso una delle strade principali di New City che porta all’ospedale di emergenza”.
Le foto emerse in rete mostrano diversi corpi a terra lungo la strada dove si trova il ministero. Nonostante non sia stata fatta nessuna rivendicazione secondo le ipotesi fatte fino ad ora la matrice è la stessa degli attacchi rivendicati dai militanti dello stato Islamico. Fatto sta che l’Afghanistan sta sprofondando sempre più ma, ciò nonostante, le autorità talebane si isolano da aiuti occidental ma anzi reprimono le donne appositamente, chiedono solo per avanzare richieste monetarie agli Usa.
Ora stanno subendo gli stessi identici colpi che loro stessi qualche anno fa hanno dato al governo afghano per conquistare poi il potere in Afghanistan.
Tra questi giochi di potere,pericolosi la popolazione è affamata e senza cure mediche ma con una epidemia di colera che si sta espandendo al nord del Paese. Le mosse successive del governo saranno oggetto di controllo occidentale e decreteranno se sarà già necessario intervenire o meno.