Attentato in Pakistan: talebani uccidono 141 studenti, oltre 100 sono bambini

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Si continua a contare i morti in Pakistan dove i talebani hanno compiuto una strage di bambini e ragazzi dopo l’attacco alla scuola militare a Peshawar. Il bilancio ancora provvisorio parla di 141 le persone uccise nell’attacco, di cui 130 studenti con 120 vittime tra i più piccoli, mentre altre 240 persone, tra personale scolastico e ragazzi, sono rimaste ferite, 80 in modo grave. La scuola è frequentata da alunni di età tra i 6 e i 16 anni ed è stata presa di mira come vendetta per le azioni dell’esercito contro il gruppo terroristico. Il commando, composto tra le 6 e le 9 persone, è entrato nell’edificio e ha preso in ostaggio circa 500 tra studenti e insegnanti. L’attentato è stato rivendicato dalla sigla Ttp (Tehreek-e-Taliban Pakistan): la scuola militare è stata attaccata perché “l’esercito colpisce le nostre famiglie. Vogliamo che sentano il nostro dolore”come affermano i talebani che hanno rivendicato l’attacco.

Dopo una giornata di tensione, l’esercito ha dichiarato che tutti gli attentatori sono stati uccisi all’interno dell’edificio e nella zona. Secondo il comunicato emesso dalle forze armate gli attentatori sono stati eliminati: “cinque uccisi dai commando e uno ha azionato il giubbotto esplosivo che aveva indosso quando si è trovato accerchiato dai militari“.

Nel frattempo, il Pakistan ha sospeso la moratoria per la pena di morte, in vigore dal 2008: ad annunciarlo è stato il primo ministro Nawaz Sharif. Sospesa anche la politica del dialogo tentata dal governo con i talebani, mentre sarà avviata una nuova fase di guerra contro i gruppi terroristici locali. “I risultati del dialogo con i talebani sono davanti ai vostri occhi. Sento che non è più possibile andare avanti in questo modo“, ha dichiarato. “Il governo ritiene che si debba continuare l’azione contro di loro. Per noi è fondamentale non dimenticare quello che hanno patito questi bambini e come sono stati uccisi senza pietà. Non ci può essere una tragedia più grande di questa“.

Il generale Asim Bajwa, portavoce dell’esercito, ha riferito su Twitter che il quinto terrorista è stato ucciso durante le operazioni di sgombero della scuola, mentre le truppe delle forze speciali hanno salvato due bambini e due membri dello staff scolastico.

Dai primi racconti dei sopravvissuti emergono dettagli sull’attacco: i talebani sarebbero entrati nella scuola, passando da una classe all’altra e sparando sui bambini e studenti, lasciando i corpi nei corridoi o nelle classi. Nel corso dell’assedio sarebbero scoppiate anche delle bombe, portate addosso dagli stessi attentatori. Alcuni ragazzi hanno raccontato di essere stati costretti a leggere i testi sacri prima di vedere i compagni falciati dai colpi; altri sono stati costretti a vedere il loro insegnante morire mentre bruciava vivo.

Secondo la Bbc, i terroristi avevano armi e munizioni per resistere giorni. L’attentato è stato pianificato con cura: è stata scelta una scuola frequentata da figli dei militari per colpire l’esercito, colpevole agli occhi dei talebani delle azioni militari contro il terrorismo locale nel Nord. Lo stesso portavoce del gruppo terroristico, Mohammed Umar Khorasani, lo ha spiegato con chiarezza nella rivendicazione: “Abbiamo scelto con attenzione l’obiettivo da colpire con il nostro attentato. Il governo sta prendendo di mira le nostre famiglie e le nostre donne. Vogliamo che provino lo stesso dolore“.

Il primo ministro pakistano Nawaz Sharif ha dichiarato la strage alla scuola una “crisi nazionale. Seguirò le operazioni personalmente da Peshawar“, ha annunciato. Secondo il sito web del giornale locale Express Tribune, sono state incrementate le misure di sicurezza nella capitale Islamabad e il governo della provincia di Khyber Pakhtunkhwa ha dichiarato tre giorni di lutto per gli studenti uccisi nell’azione.

I terroristi vogliono creare dolore e destabilizzare il Paesem ma non sarà permesso loro di avere successo nei loro piani malvagi“, ha dichiarato il ministro della Difesa pakistano Khawaja Asif, in un comunicato stampa pubblicato dai media locali.

Secondo i media locali e le prime fonti dell’esercito, ci sarebbe ancora molti ostaggi, tra cui bambini delle prime classi: l’assedio dei talebani è in corso da cinque ore, con gli elicotteri militari che stanno sorvolando la zona. In zona sono stati montati dei tendoni per la raccolta di sangue per aiutare i ragazzi e bambini feriti nell’attentato.

L’appello lanciato dai media pakistani per le donazioni di sangue

Arrivano anche le parole di condanna da parte dell’India, storica rivale del Pakistan. A parlare da Twitter è il ministro degli Interni Rajnath Singh che ha condannato l’attentato e ha espresso la vicinanza al Paese e alle famiglie che hanno perso i loro cari nell’attentato, sottolineando come quest’azione ha mostrato “il vero volto del terrorismo“.

Al coro internazionale della condanna unanime si è aggiunta anche la voce del primo ministro indiano, Narendra Modi, che ha condannao l’attentato alla scuola di Peshawar.

I talebani hanno deciso di attaccare la scuola come vendetta per l’operazione lanciata dall’esercito pakistano nel Nord Waziristan e nella Khyber agency. A spiegarlo al sito di The Express Tribune è stato un portavoce del gruppo terroristico, Muhammad Khorasani. ”I nostri sei combattenti sono riusciti a entrare nella scuola dell’esercito e noi gli stiamo dando istruzioni dall’esterno”, ha spiegato, confermando che i terroristi colpiranno “ogni istituzione collegata all’esercito fino a quando fermeranno le loro operazioni e gli omicidi extra giudiziari dei nostri detenuti”.

Secondo quanto sostiene Khorasani, i prigionieri ”vengono uccisi e i loro corpi gettati per le strade. Abbiamo detto ai nostri uomini di non colpire i bambini piccoli anche se sono figli di militari o di leader civili’‘.

L’operazione sotto accusa dai talebani è definita “Zarb-e-Azb”, lanciata il 15 giugno dalle forze della sicurezza pakistana contro il gruppo estremista e i miliziani della rete Haqqani nel Nord Waziristan dopo l’attacco all’aeroporto di Karachi: l’attacco ha portato 800mila civili ad abbandonare le proprie case, ma l’esercito ha dichiarato di aver liberato il 90% della regione dai militanti.

Non è la prima volta che i talebani prendono di mira gli studenti. Il caso più noto è quello di Malala Yousafzai, premio Nobel per la Pace 2014, scampata a un attentato nel 2012 quando uomini armanti le spararono alla testa e al collo per le sue battaglie a favore dell’istruzione dei più piccoli nel suo Paese.

La stessa Malala, dal suo profilo Facebook, ha dichiarato di “avere il cuore distrutto” da questo attacco, definito un “atto insensato” l’uccisione di “bambini innocenti nella loro scuola”.

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Arrivano anche le reazioni di sdegno della comunità internazionale. Per il premier Matteo Renzi è un “atto inconcepibile” a cui il mondo deve reagire; stessi toni anche da parte di David Cameron, primo ministro inglese, che ha definito “scioccante” e “orribile” il fatto che dei bambini vengano uccisi solo perché vanno a scuola

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