L’attentato alla Manchester Arena è opera di una rete di terroristi e la famiglia di Salman Abedi, il presunto attentatore, potrebbe sapere molto di più di quello che dice. Il padre, Ramadan Abedi, 50 anni, e il fratello più piccolo, Hashem Abedi, 20 anni sono stati arrestati entrambi in Libia, in due diverse operazioni portate a termine dalle autorità di Tripoli per sospetti legami con una rete terroristica. Anche l’altro fratello più grande, Ismail Abedi, è stato fermato ma a Londra ed è uno degli arresti eseguiti dalla polizia di Manchester. A prima vista sembra che tutti i membri della famiglia abbiamo legami col terrorismo, ma mancano ancora le prove e le verifiche: quello che è certo è che il fratello più piccolo, Hashem, ha dichiarato alla polizia libica di essere stato a conoscenza dell’attentato alla Manchester Arena e di essere dell’Isis come il fratello. Il ventenne sarebbe stato fermato perché in procinto di compiere un attentato in Libia.
Il ritratto di Salman Abedi è ancora difficile da definire: studente universitario con ottimi voti, persona schiva e riservata, molto religiosa e ben inserita, il 22enne viene descritto da chi lo ha conosciuto come una persona perbene.
Quello che invece appare dalle ultime notizie sul suo conto e su quello dei familiari è molto diverso. Le autorità tedesche hanno da poco confermato che Salman era stato a Düsseldorf quattro giorni prima dell’attacco e che aveva viaggiato in Germania in almeno due occasioni, visitando tra l’altro Francoforte. Düsseldorf è anche la città dove Anis Amri, l’attentatore del mercatino di Natale a Berlino, aveva trascorso del tempo prima della strage: il sospetto è che Salman abbia preso contatti con una rete di terroristi che gli avrebbe dato supporto logistico.
Il fratello minore: ‘Sapevo dell’attentato’
Altro dettaglio, in attesa di conferma, è quello che arriva dalle parole del fratello più piccolo, fermato in Libia. Nato nel 1997, il giovane ha ammesso alle forze di sicurezza libiche di essere a conoscenza del piano dell’attacco alla Manchester Arena, di far parte dell’Isis con il fratello, di averlo aiutato a realizzarlo prima di partire per la Libia il 16 aprile dove lui stesso avrebbe compiuto un secondo attentato.
L’operazione è scattata dopo che Salman gli ha inviato una somma ingente di denaro, 4.500 dinari libici, circa 2.500 sterline. “Abbiamo prove che lui e il fratello facessero parte dell’Isis“, ha detto Bin Salem della Rada, la milizia che gestisce la sicurezza a Tripoli. “Lo seguiamo per più di un mese e mezzo. Era in contatto con suo fratello e sapeva dell’attacco“.
Il padre: ‘Sono innocenti’
Anche il padre del presunto attentatore, Ramadan Abedi, è stato arrestato in Libia. Secondo ITV news, l’uomo è stato portato via da uomini delle milizie col volto coperto mentre stava registrando un’intervista. Originario di Tripoli e oppositore del regime di Muammar Gheddafi, nel 1993 era fuggito con la moglie in Gran Bretagna, dove sono nati tutti i 4 figli, tornando nel paese più volte dopo il 2011.
“Loro non c’entrano niente con l’attentato, ho parlato con Salman cinque giorni fa ed era normalissimo. Voleva fare un viaggio in Arabia Saudita. E poi non siamo estremisti, non uccidiamo innocenti“, aveva detto all’AP prima di essere arrestato. “Avevamo discusso di cose simili nei precedenti attacchi ed è sempre stato contrario, dicendo che non c’era nessuna giustificazione religiosa. Non capisco come avrebbe potuto essere coinvolto in un attacco che ha portato all’uccisione di bambini“, aveva aggiunto.