È stato identificato in Farid Ikken l’attentatore di Notre-Dame e, per la prima volta, un presunto terrorista affiliato all’Isis è lontano dal tipico identikit che abbiamo imparato a conoscere negli ultimi anni del giovane, spesso di seconda generazione, che vive nelle periferie. Ikken ha 40 anni, è nato in Algeria nel 1977 ed è un giornalista, in Francia dal 2014 con un permesso di soggiorno per un dottorato in giornalismo all’Università di Metz, in Lorena. Sposato con una donna svedese, ha lavorato come giornalista nel suo paese e in quello della moglie e si è spostato in Francia per continuare gli studi presso il CREM, il Centro di ricerca sulle mediazioni: la sua tesi di dottorato si concentra sul ruolo dei media nelle elezioni e nei cambiamenti nel Nord Africa. Al momento dell’aggressione Ikken si è scagliato contro i poliziotti gridando “Questo è per la Siria“: incensurato e sconosciuto alle forze di intelligence, ha dichiarato di aver giurato fedeltà all’Isis.
Il profilo dell’attentatore di Notre-Dame esula da quello degli altri terroristi che hanno agito su suolo europeo. Dall’università di Metz arrivano le descrizioni di chi lo ha conosciuto e tutti sono increduli, professori e colleghi di studio. Il preside dell’Università della Lorena, Pierre Mutzenhardt ha dichiarato ai media che Farid Ikken “non ha mai mostrato niente di sospetto, nessun segno di radicalizzazione, lavorava su argomenti aperti come il giornalismo e la democrazia”.
Eppure, secondo fonti investigative, avrebbe giurato fedeltà all’Isis ed è per questo che ha aggredito un poliziotto davanti al sagrato di Notre-Dame.
Attentato Notre-Dame, la dinamica
Tutto è successo intorno alle 17 di martedì 6 giugno quando la polizia ha sparato a un uomo davanti al sagrato di Notre-Dame, ferendolo alle gambe: l’attentatore avrebbe tentato di aggredire un agente con un martello. Immediata la reazione del collega che ha fatto fuoco, sparando due colpi. L’aggressore è stato portato in ospedale dove è guardato a vista. La procura di Parigi ha aperto un fascicolo per terrorismo: secondo un comunicato del ministero dell’Interno francese, l’uomo sarebbe stato armato anche di coltelli. Il ministro dell’Interno, Gérard Collomb, giunto sul luogo dell’aggressione, ha dichiarato che l’uomo avrebbe gridato prima di assalire il poliziotto: “Lo faccio per la Siria“.
Secondo le prime ricostruzioni riportate da Le Figaro e Bfmtv, l’uomo avrebbe tentato di aggredire con un martello un poliziotto, ferendolo leggermente, di fronte alla chiesa di Notre-Dame: a quel punto, un collega avrebbe fatto fuoco con l’arma di ordinanza sparando due colpi e colpendo l’aggressore. Le prime notizie parlavano di ferite al torace, mentre in un secondo momento si è parlato di ferite alle gambe per cui l’uomo non sarebbe in pericolo di vita.
L’uomo è stato soccorso e portato via in ambulanza e a breve sarà interrogato. Buone le condizioni di salute del poliziotto, come ha confermato Collomb: secondon BFMTV l’agente avrebbe 22 anni e sarebbe stato colpito al collo.
Circa 900 turisti sono rimasti bloccati dentro la chiesa e hanno collaborato con la polizia che temeva la presenza di un complice: i turisti sono poi stati fatti evacuare.
Christophe Girard, sindaco del IV arrondissement di Parigi – dove si trova Notre-Dame – ha ringraziato gli agenti per la velocità con cui sono intervenuti. “Tra l’operazione Sentinelle e il piano Vigipirate renforcé, Notre-Dame è sotto una sorveglianza permanente“, ha ricordato citando i piani di sicurezza ancora in vigore con l’allerta terrorismo al massimo in tutto il paese.
Evacuata tutta la zona e con la città paralizzata, la paura è che Parigi sia di nuovo sotto attacco terroristico con modalità che ricordano quanto accaduto nell’attentato sugli Champs Elysèes il 20 aprile quando un poliziotto era rimasto ucciso durante un attacco a colpi di kalashnikov.
Non solo. La Francia ha già subìto un attentato in un luogo di culto cristiano nel luglio scorso quando Jacques Hamel, l’86enne parroco di Saint Etienne du Rouvray venne sgozzato al termine di un assalto in chiesa.
L’aggressione è avvenuta davanti al sagrato della celebre chiesa di Parigi, uno dei luoghi simbolo della città
Oltre alla modalità già vista e l’uso di oggetti comuni come armi, come visto anche nell’attentato a Londra del 3 giugno, il luogo e la tempistica scelta dall’aggressore fanno pensare a un atto terroristico: per questo la sezione anti terrorismo della Procura ha aperto un fascicolo.
L’aggressione a un poliziotto sul sagrato di una chiesa simbolo per la città di Parigi e per la cristianità durante il Ramadan sembra essere l’ordine perfetto eseguito secondo le indicazioni dell’Isis che chiese “un Ramadan di sangue“: colpire con ogni arma possibile, che siano auto, coltelli, martelli o bombe artigianali, gli infedeli (cristiani e musulmani, senza troppa differenza) in particolare durante il mese sacro dell’Islam, come gli oltre 80 morti a Kabul o gli attentati a Baghdad dimostrano.
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