[didascalia fornitore=”ansa/”]Van perquisito a Rotterdam[/didascalia]
Un furgone con due bombole di gas è stato trovato a Rotterdam, in Olanda, prima di un concerto del gruppo Allah-Las, che è stato annullato. La polizia ha parlato di “minaccia di un attentato terroristico“. Arrestate due persone, l’autista del furgone e un altro uomo. Il furgone aveva targa spagnola e sarebbe stata proprio la polizia iberica ad avvertire quella olandese sul rischio di un attentato stile Bataclan o Manchester.
Il concerto era in programma al Maassillo, ex silo per lo stoccaggio del grano, lungo il fiume Mas, ormai riconvertito in sala da concerto con migliaia di posti. La band di Los Angeles ha un nome che può essere considerato provocatorio per gli estremisti islamici che, forse, proprio per questo motivo avevano pensato all’attentato. Nella tarda serata di ieri, le forze di sicurezza olandesi hanno smentito qualsiasi collegamento tra la minaccia a Rotterdam e l’attentato sulla Rambla di Barcellona.
Alle 19 circa è stato dato l’ordine di annullare il concerto rock. Successivamente, la polizia olandese ha schierato le teste di cuoio del Dis, con giubbetti anti proiettile, isolando l’area intorno al Maassillo. Un portavoce ha spiegato: “Per ragioni di sicurezza, non prendiamo alcun rischio”. Era arrivata la soffiata, in nome di un’ottima collaborazione tra le polizie europee. La band degli Allah-Las è stata fatta uscire sotto scorta. Il consolato generale degli Stati Uniti in Olanda invitava in quei minuti a evitare l’area del concerto.
Intanto, il furgone veniva perquisito. L’autista, di nazionalità spagnola, veniva fermato. Il mezzo si trovava all’interno dell’area cordonata sul Mijnsheerenlaan, a Rotterdam, mentre le forze dell’ordine sorvegliavano la zona a seguito della segnalazione arrivata dalla Spagna. L’autista, ubriaco, dopo un lungo interrogatorio è stato dichiarato estraneo alla minaccia e senza collegamenti con la cellula jihadista di Barcellona.
Tornando agli Allah-Las, il gruppo ha detto di aver ricevuto critiche da parte della comunità musulmana degli Stati Uniti per il nome scelto: “Abbiamo scelto Allah perché volevamo una parola che avesse un che di sacro, ma non volevamo offendere nessuno”. Parlando al ‘Guardian’, il cantante e leader del gruppo Miles Michaud ha aggiunto: “Quando riceviamo mail di protesta, rispondiamo e spieghiamo le nostre ragioni. Di solito ci capiscono e tutto si risolve”.
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