La sottosegretaria all’Università, che ha già annunciato il ricorso alla Corte di giustizia Europa, è stata condannata a un anno e sei mesi dalla Corte di Cassazione.
“Sono innocente, lascio per difendere le istituzioni” ha detto Montaruli, annunciando le sue dimissioni. La Suprema ha ribadito anche le condanne per gli altri due imputati nel processo, l’ex presidente della Regione, oggi esponente di Fratelli d’Italia ed ex leghista, Roberto Cota, e per l’ex sindaco di Borgosesia ed ex deputato, Paolo Tiramani, sempre della Lega. Il primo è stato condannato a un anno e 7 mesi, Tiramani a un anno e 5 mesi.
La sottosegretaria Augusta Montaruli si è dimessa
“Ho deciso di dimettermi per difendere le istituzioni, sono certa della mia innocenza. Non ho causato alcun ammanco alle casse pubbliche”
ha ribadito l’esponente di Fratelli d’Italia.
La sottosegretaria ha affidato a una lunga missiva la sua decisione di abbandonare l’incarico politico: “Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni”.
La somma contestata alla Montaruli è di circa 41mila euro, come riferisce La Repubblica. Tra gli acquisti indebitamenti fatti dall’esponente i Fdi una borsa della Borbonese, dei cristalli Swarosvski, il libro hot “Sexeploration”, “Giochi proibiti per coppie”, e altri capi di abbigliamento firmati. Le altre spese contestate riguardano perlopiù scontrini di ristoranti e bar. In primo grado Augusta Montaruli era stata assolta, stessa sentenza era stata emessa per il governatore Roberto Cota, ma in appello le sentenze di condanna avevano subito un totale ribaltamento.
Già questa mattina, alla notizia della sentenza della Suprema, hanno fatto capolino le varie richieste dei politici, in primis Stefano Bonaccini, che ha parlato delle dimissioni, in caso di condanna definitiva, come di un ‘dovere’ per chiunque ricopra incarichi pubblici.
Sull’esponente di Fdi sono arrivate critiche anche dalla sua stessa maggioranza: “Va fatta una valutazione”, il commento del vicepresidente della Camera Giorgio Mulè “perché in questo caso c’è una condanna definitiva, si deve valutare se mette in imbarazzo il governo. Ma è una decisione che deve prendere lei insieme al suo partito”.
Confermate le condanne per gli altri due indagati
La Corte di cassazione si è ovviamente pronunciata anche per gli altri due imputati nell’ambito del processo, l’ex presidente della Regione, oggi esponente di Fratelli d’Italia ed ex leghista, Roberto Cota, e per l’ex sindaco di Borgosesia ed ex deputato, Paolo Tiramani, sempre della Lega. Il primo è stato condannato a un anno e 7 mesi, Tiramani a un anno e 5 mesi.