Secondo il rapporto Ecomafia 2023 di Legambiente, i reati contro l’ambiente sono in crescita. Ecco tutti i dati emersi.
I reati contro l’ambiente sono in aumento. Il nostro Paese continua a subire attacchi senza tregua da parte di coloro che pensano solo al proprio profitto, ignorando completamente le conseguenze che certe azioni hanno sul nostro pianeta e sulla vita delle future generazioni.
I dati del rapporto Ecomafia 2023, presentato da Legambiente, ci svelano una realtà allarmante e sconcertante.
È tempo di fare chiarezza su questi reati contro l’ambiente e capire quali regioni d’Italia sono più colpite da tale fenomeno.
Il rapporto Ecomafia 2023 – presentato da Legambiente – ci porta alla luce una realtà spaventosa: i reati contro l’ambiente sono in costante aumento.
Questo sconcertante quadro dimostra che la nostra Terra continua a essere vittima di attacchi senza scrupoli da parte di coloro che, mossi solo dall’avidità e dalla mancanza di responsabilità, scelgono di mettere il proprio interesse personale al di sopra della salute del nostro pianeta.
Uno dei settori più colpiti è quello del ciclo illegale del cemento, dove si assiste a operazioni illegali volte all’abusivo smaltimento dei rifiuti derivanti dalle costruzioni.
Questa pratica danneggia non solo l’ambiente circostante, ma anche la salute delle persone che vivono nelle vicinanze. È un vero e proprio attentato alla nostra qualità della vita.
Non è tutto: i reati contro la fauna selvatica rappresentano un’altra grave minaccia per l’ambiente.
La caccia illegale, il bracconaggio e il commercio illecito degli animali mettono a rischio numerose specie protette e contribuiscono all’interruzione dell’equilibrio ecologico.
Un altro aspetto preoccupante emerso dal rapporto riguarda il ciclo dei rifiuti. Nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni per promuovere una corretta gestione dei rifiuti, siamo ancora lontani dall’obiettivo.
L’abuso di discariche abusive e la mancata gestione dei rifiuti alternativi rappresentano ancora una minaccia non indifferente per l’ambiente.
Nel corso del 2022, l’Italia si è trovata di fronte a un’impennata preoccupante dei reati ambientali, con un totale di 30.686 casi registrati.
Questa cifra rappresenta una media di 84 reati al giorno e 3,5 reati ogni ora. Questi dati allarmanti mettono in luce il sempre più crescente problema delle ecomafie nel Paese.
Non solo i reati ambientali sono aumentati, ma anche gli illeciti amministrativi legati all’ambiente hanno subito un significativo incremento, arrivando a raggiungere la cifra di 67.030, con un aumento del 13,1% rispetto all’anno precedente.
Se combiniamo i dati relativi ai reati e agli illeciti amministrativi, il numero totale di violazioni delle norme ambientali sfiora quasi le 100.000, arrivando a quota 97.716.
Ciò significa che ogni giorno si verificano in media 268 violazioni ambientali, con una frequenza di 11 violazioni ogni ora.
Nel corso del 2022, tre filiere si sono distinte per il numero più elevato di illeciti commessi.
La prima riguarda il ciclo illegale del cemento, che ha rappresentato il 39,8% del totale degli illeciti registrati.
Questa filiera comprende pratiche come l’abusivismo edilizio e gli appalti illeciti e, nel corso dell’anno, sono stati contabilizzati ben 12.216 reati.
Tale cifra denota una crescita del 28,7% rispetto all’anno precedente. Inoltre, il numero di persone denunciate per tali illeciti è aumentato del 26,5%, raggiungendo le 12.430 denunce.
Il valore dei sequestri e delle sanzioni amministrative ha subito un drastico aumento del 298,5%, raggiungendo la cifra di oltre 211 milioni di euro.
Si stima che il business dell’abusivismo edilizio sia cresciuto da 1,8 a 2 miliardi di euro nel corso dell’anno. La seconda filiera che ha registrato numerosi illeciti riguarda i reati contro la fauna, anche in questo caso i numeri sono preoccupanti. Infine, il ciclo dei rifiuti è stata la terza filiera maggiormente coinvolta in attività illecite.
I reati contro la fauna rappresentano una seria minaccia per la biodiversità e la stabilità degli ecosistemi.
L’aumento del 4,3% – rispetto all’anno precedente – evidenzia la necessità di un’immediata azione per proteggere la fauna selvatica.
La denuncia di 5.486 persone coinvolte in tali reati fa emergere l’entità del problema e mette in luce l’importanza di una maggiore consapevolezza e di norme più severe per dissuadere tali comportamenti illegali.
D’altra parte, il ciclo illegale dei rifiuti è stato oggetto di una significativa riduzione, sia per quanto riguarda i reati penali (-33,8%) che per il numero di persone denunciate (-41%).
Questo è sicuramente un segnale positivo, ma gli sforzi devono continuare per contrastare l’attività organizzata di traffico illecito dei rifiuti, che ha mostrato un aumento delle inchieste condotte.
Parallelamente, si è registrato un aumento significativo degli illeciti amministrativi legati all’ambiente, con un totale di 10.591 casi rilevati.
Le sanzioni amministrative comminate (10.358) indicano una maggiore attenzione da parte delle autorità.
Infine, i reati legati ai roghi dolosi, colposi e generici presentano una diminuzione del 3,3%, ma rimangono comunque una seria minaccia per l’ambiente.
L’analisi delle regioni e delle province colpite dalle ecomafie rivela alcuni dati significativi.
La Campania è al primo posto per il numero di reati ambientali, con un totale di 4.020, che rappresentano il 13,1% del totale nazionale.
Inoltre, nella stessa regione sono state denunciate 3.358 persone, mentre sono stati effettuati 995 sequestri e comminate 10.011 sanzioni amministrative.
La Puglia sale di una posizione, rispetto all’anno precedente, raggiungendo il secondo posto con 3.054 reati, mentre la Sicilia si piazza al terzo posto con 2.905 reati.
Un dato interessante è l’ascesa del Lazio, che balza in quarta posizione con 2.642 reati, superando la Calabria.
Inoltre, la Lombardia diventa la prima regione del Nord, classificandosi sesta con 2.141 infrazioni penali, superando la Toscana che si posiziona al settimo posto.
Tra le nuove province che emergono nella classifica, spicca Livorno, al nono posto, con 565 infrazioni.
Inoltre, va sottolineato il notevole aumento registrato in Emilia-Romagna, che passa dal dodicesimo all’ottavo posto, con 1.468 reati, mostrando un incremento del 35% rispetto all’anno precedente.
Per quanto riguarda le province, Roma si conferma come la provincia con il maggior numero di reati ambientali, contando 1.315 illeciti.
Informarsi sulle problematiche ambientali e condividere le conoscenze con gli altri è un primo passo importante per combattere tale fenomeno.
Organizzare eventi educativi, diffondere informazioni attraverso i social media e partecipare a iniziative di sensibilizzazione possono aiutare a far comprendere l’importanza della protezione dell’ambiente.
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