Per ora le uniche cose certe è che l’incidenza del fisco sul prezzo finale del gasolio è pari al 58,4%, mentre per la benzina siamo al 62% – almeno secondo i dati dell’Unione petrolifera relativi all’11 giugno scorso -, e che l’Italia è tra i paesi europei in cui benzina e gasolio costano di più – peggio di noi c’è solo l’Islanda e la Norvegia, mentre si trovano più o meno nella nostra situazione l’Olanda, la Gran Bretagna, la Grecia e la Danimarca.
Il contratto di governo Lega-M5S prevede una riduzione delle accise sui carburanti. Difficile però che si possano rispettare tutte le promesse contenute nel programma – a meno di prevedere il ritorno alla lira. E così stanno circolando indiscrezioni sui quotidiani nazionali secondo le quali il ministero dell’ambiente starebbe studiando il taglio dei sussidi ambientalmente dannosi, tra i quali ci sarebbe anche il cosiddetto bonus diesel – si tratta della differenza tra l’accisa sulla benzina e quella sul gasolio.
Con questa misura si vorrebbe disincentivare l’acquisto di automobili alimentate a gasolio e si porterebbe nelle casse dello Stato 5 miliardi di euro. Soldi che potrebbero essere utili per finanziare la flat tax o un piano di incentivi per l’acquisto di auto ibride o elettriche – del resto il 70% del parco auto circolante nel nostro paese arriva al massimo a Euro4.
Il piano di incentivi permetterebbe di attuare un altro punto del contratto di governo Lega-M5S – la “progressiva riduzione dell’utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina” – e di dare un risposta all’Europa dopo il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia europea per la violazione delle leggi anti-inquinamento (se dovesse arrivare un bis l’Italia rischierebbe di pagare una multa che potrebbe arrivare al miliardo di euro).
I danni prodotti dalle emissioni di particolato dei diesel sono ormai noti. Non è un caso che diverse grandi città stiano pensando di vietare le loro strade alle auto a gasolio. Un’ordinanza del sindaco di Milano Beppe Sala ha stabilito che non potranno più circolare veicoli diesel fino a Euro 3 dal 21 gennaio 2019 – poi da ottobre toccherà agli Euro 4 e dal 2024 il transito in città sarà vietato anche agli Euro 5. Virginia Raggi ha annunciato che la Capitale sarà free-diesel nel 2024.
Cosa possiamo aspettarci? A breve credo poco o nulla. Nè movimenti delle accise, né un serio piano di incentivi all’acquisto di auto a emissioni zero. Potrebbe cambiare qualcosa solo se il deferimento alla Corte di Giustizia porterà a una multa all’Italia con molti zeri.
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