Più soldi ai capigruppo della Camera, arriva il sì dal centrodestra e dal Movimento Cinque Stelle. Si astengono invece Pd, Avs e Italia Viva.
Sull’aumento dell’indennità di 1269,34 euro si sono astenuti Pd, Avs e Iv. La modifica è stata approvata dal centrodestra compatto e dal Movimento Cinque Stelle. I capigruppo alla Camera aumentano lo stipendio, ma la somma non verrà aggiunta al bilancio; la cifra da destinare ai capigruppo prevarrà dagli stessi gruppi parlamentari, e se ne faranno carico nel bilancio del 2023. Poi dal 2024 toccherà alla Camera erogare l’indennità. Tutti rimborsi dei deputati, dai viaggi al telefono, fino ai rimborsi spesa e alla permanenza a Roma.
Arriva un aumento di 1.296 euro ai capigruppo della Camera
I capigruppo della Camera avranno un aumento di stipendio. Il sì è arrivato da parte del centrodestra compatto, insieme al Movimento Cinque Stelle. Si astengono alla votazione il Partito Democratico, Italia Viva e Avs. Per l’aumento, si apprende da fonti governative, non verranno utilizzate cifre fuori dal bilancio di Montecitorio. Le risorse infatti necessarie verranno prelevate direttamente dal contributo ai gruppi parlamentari stessi. L’operazione lascia invariata dunque la spesa.
L’aumento ammonterà a 1.296 euro netti, per i capogruppo della Camera, ma la decisione non è stata presa all’unanimità come già accennato. L’indennità arriva allo stesso livello di quella dei presidenti di commissione, ossia 2.226 euro lordi, ossia 1296 netti. I presidenti del gruppo Misto invece riceveranno una indennità corrispondente alla metà della cifra sopracitata. La decisione è arrivata da parte dell’Ufficio di presidenza di Montecitorio, con la delibera 45/2023.
I gruppi parlamentari si faranno carico nel loro bilancio delle indennità del 2023, poi nel 2024 l’indennità verrà erogata dalla Camera, con le risorse che verrano prelevate dal contributo dei gruppi. L’importo complessivo per ogni mensilità sarà pari a 5.269 in termini netti per l’indennità parlamentare. Cifra alla quale dovranno essere sottratte le addizioni regionali e comunali che variano a seconda del domicilio del deputato della Camera. Tramite il valore medio di addizioni l’import mensile parlamentare si attesterà sui 5mila euro.
I rimborsi dei parlamentari, dalla permanenza a Roma a quello per i viaggi
Ma c’è anche la diaria parlamentare, un rimborso spese per il soggiorno a Roma pari a 3.500 euro. Cifra a cui si sottraggono poi 206 euro per ogni giorno di assenza in Assemblea, durante una seduta, o per ogni giorno di assenza durante una votazione con il procedimento elettronico. La presenza si ottiene partecipando almeno al 30% delle votazioni della giornata, ma i tagli arrivano fino a 500 euro al mese per le percentuali di assenze dove sono comprese anche le sedute delle Giunte, del Comitato per la legislazione, delle Commissioni bicamerali e d’inchiesta, delle Commissioni permanenti e speciali e delle delegazioni parlamentari alle assemblee internazionali. Un rimborso viene dati ai deputati anche di ulteriori 3.690 euro, che vengono recapitato direttamente al deputato “per l’esercizio del mandato”, anche se il deputato ha la possibilità di avvalersi di collaboratori e in quel caso di stipendiarli.
E ancora, oltre alla permanenza, ci sono le spese di traporto e quelle di viaggio, con i deputati che usufruiscono della circolazione autostradale libera, tramite tessera, ma anche di quella ferroviaria e marittima, nonché aera, per tutto il trasferimento sul suolo nazionale. I trasferimenti dall’aeroporto di residenza a Roma, viene rimborsato con rimborso forfettario con spese di viaggio in base a due fasce calcolate per i km di distanza.
Se la distanza è inferiore a 100km il rimborso è di 3.323 euro, se superiore a 100km invece è pari a quasi 4mila euro. Un altro rimborso per i deputati è quello delle spese telefoniche, il meno generoso, che ammonta “appena” a 1.200 euro annui.