I costi di energia, bollette e materie prime non sono i soli a salire, sale anche il prezzo degli ortaggi di un 40-45% rispetto all’anno scorso.
Secondo gli esperti gli aumenti non si stanno verificando unicamente su quelle varietà di prodotto che necessitano di più energia per poter svilupparsi, ma anche e soprattutto quelle varietà ritenute più fragili a causa degli eventi climatici esterni.
Aumentano i costi degli ortaggi del 40-45% rispetto a febbraio 2022
Secondo le ultime analisi sul mercato il costo degli ortaggi è salito di un 40-45 % rispetto a febbraio 2022, le cause non sono solo dovute al rincaro dell’energia ma anche dagli eventi climatici.
Infatti le categorie di prodotto maggiormente colpite risultano essere quelle ritenute più fragili e che vengono condizionate in modo particolare dagli eventi climatici.
Le cause degli aumenti sono perciò da ricollegarsi al maltempo che ha portato non pochi eventi estremi in Italia quest’anno e anche alla siccità.
Ad influire sul rialzo dei prezzi è la legge della domanda e dell’offerta, dal momento che alcune delle varietà di ortaggi, che siamo soliti trovare nei supermercati, sono stati più difficili da reperire a causa del maltempo, delle gelate e degli eventi climatici estremi che hanno colpito duramente il settore agrario.
Tra i prodotti che hanno visto un particolare rialzo nelle ultime settimane troviamo le melanzane, i pomodori e i peperoni che hanno raggiunto e superato la soglia di 3 euro al kg e anche dei 4 euro al kg nei mercati all’ingrosso.
L’ortofrutta rappresenta per gli italiani circa il 20% della spesa alimentare, un importante quota che sicuramente porterà gli italiani o a rinunciarvi o a dover fronteggiarsi con costi molto più alti del previsto.
L’aumento di frutta e verdura non è una novità, è infatti il secondo anno di fila che assistiamo ad un rincaro dei prezzi a causa del clima.
Già nel 2022 si era verificato un importante aumento a causa della siccità e a spiegarlo era stato Michele Ponso, presidente della Federazione nazionale frutticola di Confagricoltura, al ilfattoquotiano.it.
Michele Ponso ha infatti spiegato che effettivamente c’è stato un incremento dei prezzi a causa dell’aumento dei costi di alcuni prodotti destinati al confezionamento e al trasporto dei prodotti, anche i costi di tutta la filiera agricola hanno avuto un rialzo così come quello dei fertilizzanti e dei concimi.
Ma ad impattare in modo significativo sul costo del singolo prodotto è stata la carenza di alcuni di questi prodotti, che hanno generato un’impennata che non si verificava da moltissimo tempo.
La situazione però è ancora molto preoccupante perché mais e grano vengono particolarmente colpiti dalla carenza di acqua e proprio per questo, Ponso spiega, che si sta studiando e analizzando il modo più corretto per razionalizzare l’acqua soprattutto nelle zone più a rischio.
Verdura e frutta invece subiscono maggiormente il cambiamento climatico che sta portando a eventi estremi in tutta la penisola.
Le colture in questi casi molto spesso vengono danneggiate e distrutte, oppure l’eccessiva quantità di acqua ricevuta a causa delle violenti piogge causa danni maggiori al prodotto rispetto alla siccità.
Alcune varietà di prodotto negli ultimi giorni, a seguito degli ultimi eventi estremi climatici, hanno subito un aumento del 100% nei mercati all’ingrosso.
Inoltre la frutta può essere conservata in apposite celle anche se questo vuol dire un aumento del costo per compensare i costi energetici, mentre la verdura non può essere conservata e ciò porta i prezzi a salire ancora di più.
Il trend dei prezzi al 15 febbraio 2023
Per renderci conto di come stanno cambiando i prezzi ci basta osservare degli ultimi dati segnalati al 15 febbraio 2023. La lattuga ad esempio è stata quotata all’ingrosso a 2 euro al chilo.
Il pomodoro italiano ramato è circa 3,50 euro al chilo, poco meno costa quello al grappolo, mentre il datterino arriva anche a toccare i € 4,50 al chilo. L’unico pomodoro a scendere sotto la soglia dei tre euro è il Piccadilly che ha un costo di € 2,50 al chilo.
Melanzane si trovano a € 3,60 al chilo, le zucchine siciliane tra i 3 e i 3,50 euro al chilo, i peperoni li troviamo a 4 euro. Tutti questi prodotti hanno subito un aumento di circa il 15% nell’ultimo mese, e di circa il 45% rispetto a febbraio 2022.
A confermare questo andamento del mercato ci ha pensato anche la Borsa Merci Telematica Italiana che fornisce i prezzi all’ingrosso delle ultime settimane.
Secondo i suoi dati c’è stato un sensibile aumento dei prezzi rispetto al 2022 e in particolare su alcuni prodotti, tra questi rientrano anche le arance siciliane che sono molto carenti sul mercato a causa degli eventi estremi climatici.
I prodotti che invece sono meno disponibili e quindi sarà più difficile reperire sono i finocchi, melanzane, pomodori, peperoni e zucchine.
Tutte queste colture sono state colpite duramente dal clima non solo nel sud del Paese ma anche in altre regioni come nel Lazio che fa fatica a rispondere alla domanda delle zucchine meno reperibili a causa della continua altalena delle temperature di questi mesi.
Massimiliano Del Core in merito a questa questione ha chiarito che l’aumento dei prezzi non è dovuto ad una speculazione sulla problematica, ma ad una vera e propria difficoltà che sta attraversando il settore.
Il rincaro dei prezzi ha portato il 12,9% degli italiani a rinunciare a diversi prodotti legati al mondo dell’ortofrutta perché troppo esosi per il loro budget.