A parole tutte le forze politiche sono d’accordo nel voler evitare il tanto temuto aumento Iva. Ma per ora non è stato fatto nulla per trovare i 12,5 miliardi euro per il 2019 e i 19,1 miliardi per il 2020 per scongiurare l’aumento dell’imposta sul valore aggiunto.
L’aumento dell’Iva da scongiurare deriva dalle clausole di salvaguardia. L’unione Europea ha chiesto la loro introduzione nella manovra di luglio del 2011, e nel tempo sono state più volte modificate. Prevedono l’aumento automatico di Iva e accise in caso di sforamento di determinati obiettivi in termini di deficit e debito pubblico.
Senza interventi di finanza pubblica, nel 2019 l’Iva ordinaria passerebbe dal 22 al 24,2% e quella ridotta dal 10 all’11,5%. Gli aumenti non finirebbero qui, perché altre clausole di salvaguardia prevedono ulteriori aumenti delle aliquote, per cui l’Iva ordinaria potrebbe arrivare al 25% nel 2021, e quella ridotta potrebbe aumentare fino al 13% nel 2020.
Gli effetti di un aumento Iva sarebbero molteplici. Per esempio chi volesse acquistare un auto nel 2019 pagherebbe in media 630 euro in più solo per l’aumento dell’Imposta sul valore aggiunto. L’aumento Iva avrebbe soprattutto un forte impatto sulla spesa alimentare, che rappresenta la seconda voce del budget delle famiglie dopo l’abitazione – ogni per ciò che mangiamo spendiamo 215 miliardi di euro. Pagheremmo di più alimenti soggetti all’aliquota ridotta come pesce, yogurt, uova, riso, miele e zucchero, ma anche vino e birra – che invece sono soggetti all’aliquota ordinaria.
Il Sole 24 Ore ha stimato che l’aumento automatico potrebbe pesare complessivamente per 317 euro a famiglia nel 2019. Le coppie con due figli subirebbero un aumento di spesa stimato in 439 euro, ma l’aumento della spesa per loro sarebbe inferiore a quello che dovrebbero subire i single e le coppie senza figli, in particolare se residenti nelle regioni del nord e del centro. I soggetti meno toccati dall’aumento Iva invece dovrebbero essere gli over 65 – un risultato causato dalla maggiore incidenza, per questa parte della popolazione, della spesa sanitaria che è in larga parte esente da Iva o con aliquota al 4%.
Per evitare l’aumento Iva ci sono solo due possibilità: dovrebbe esserci un governo nel pieno delle sue funzioni entro l’autunno, oppure i partiti – anche in assenza di un governo nel pieno delle sue funzioni – dovrebbero mettersi d’accordo per disinnescare la situazione nel Def che stanno discutendo ora in parlamento. Entrambe le alternative sembrano oggi alquanto remote. Ma le cose possono sempre cambiare.
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