Il pubblico giovanile non sarebbe più interessato all’automobile. Falso, dice Francesca Sandri, laureata in informatica umanistica e studentessa all’università di Pisa che collabora per svariati eventi nel settore dell’auto. Secondo la Sandri, 81 nativi digitali su 100 con età compresa tra i 18 e i 31 anni sono ancora molto appassionati di automobili. Questi dati sono stati diffusi in occasione del meeting Missione Mobilità. Questa organizzazione punta sul dialogo tra le istituzioni politiche, il mondo automobilistico e i cittadini al fine di arrivare ad una mobilità più sostenibile, responsabile ed equa.
Questa indagine è stata realizzata su degli studenti e lavoratori del Centro Italia (49%), del Sud e delle isole (30%) e del Nord (21%). La statistica è stata sottoposta attraverso il social network di Facebook grazie alla condivisione da parte degli utenti partecipanti all’iniziativa. Questa indagine ha dimostrato che il 45% degli utenti a cui è stato sottoposto il questionario è auto munito (anche se il veicolo non è immatricolato a nome suo), il 10% è possessore di una moto, il 15% possiede sia auto che moto mentre il 30% non ha né l’uno, né l’altro.
Andando più nello specifico, solamente l’11% degli utenti tra i 18 e 31 anni che ha risposto al questionario ha acquistato l’auto che desiderava mentre il 26% possiede la moto dei sogni. La maggior parte possiede un veicolo per la mancanza di trasporti pubblici efficienti o, più semplicemente, per essere indipendenti. Tra gli intervistati, l’81% sostiene che non è giusto dichiarare che i giovani non siano appassionati da auto e moto, comunica Francesca Sandri. Il motivo per cui la maggior parte si disinteressa è da attribuire al fattore economico, vale a dire i costi relativi all’acquisto e alla gestione della vettura. Questi “piccoli sogni” sono spesso un lusso che molti non possono permettersi di avere in garage.
Per ovviare a questo fenomeno di “chiusura” al mondo dell’automobilismo, Francesca Sandri ha effettuato una proposta alle case automobilistiche, ma anche al mondo politico, affermando che i giovani con contratto a tempo determinato o precari sono nell’impossibilità di ottenere un credito per mancanza di fiducia da parte delle istituzioni finanziarie. Nell’attesa di avere contratti migliori, la studentessa propone di vendere auto a tempo “determinato”, con un credito che sia simile ad una formula di un tirocinio o un contratto di lavoro a progetto.