Milano raccoglie e rilancia la sfida per promuovere la diffusione di nuove tecnologie pulite attraverso una Carta Metropolitana dell’Elettromobilità che ha l’obiettivo di sollecitare amministrazioni locali e Governo nazionale ad intraprendere azioni per la diffusione su larga scala di auto elettriche e veicoli non inquinanti. Nella Carta, presentata in occasione della Conferenza nazionale della mobilità elettrica, e_mob, sono stati elencati cinque punti fondamentali per la diffusione dei mezzi a emissioni zero nel nostro paese, con la speranza che in breve tempo anche l’Italia possa eguagliare i numeri di Paesi virtuosi come la Norvegia, dove il numero di nuove immatricolazioni di auto elettriche è arrivato a essere uguale a quelle di veicoli tradizionali, grazie a una politica nazionale basata su incentivi fiscali e vantaggi pratici.
“Il tema dell’inquinamento dovrebbe essere la prima preoccupazione del nostro Paese: la diffusione dell’auto elettrica incontra molte difficoltà e la maggior parte dei cittadini chiede degli incentivi”, sottolinea Giancarlo Morandi, presidente di Cobat – Consorzio Nazionale Raccolta e Riciclo. “Noi crediamo, al di là degli incentivi, che possa esserci una grossa diffusione dell’auto elettrica se vengono prese delle decisioni amministrative da chi governa le città: abbiamo approfittato di quanto ha fatto Milano per cercare di sensibilizzare le altre città italiane ad adottare nuove misure”.
“E’ fondamentale superare un gap di percezione”, spiega l’assessore ai Trasporti del Comune di Milano, Marco Granelli. I cittadini devono pensare di poter ricaricare le proprie auto elettriche nel modo più facile e veloce possibile. “Dai nostri 380 punti di ricarica vorremmo arrivare nel triennio a 740 colonnine a Milano, con l’obiettivo di raggiungere quanto prima i mille punti, in parte con finanziamenti di Governo e Regione, in parte in partnership con i privati”.
Il primo passo sta nell’offrire ai consumatori “valide motivazioni per il cambiamento culturale” che possono essere agevolazioni nelle soste e negli accessi alle Ztl, insieme a misure ostative per i veicoli ad alto impatto ambientale, corredate da una buona pianificazione urbana integrata. Serve pure “stimolare l’introduzione di mezzi elettrici nei segmenti di mobilità con maggior efficacia e praticabilità”, ossia nel mondo della logistica e dei trasporti, con autocarri e furgoni a emissioni zero dove il maggior costo dei veicoli potrebbe essere compensato dal “basso costo di un esercizio intenso”.
Fondamentale è poi lo sviluppo di una rete di ricarica accessibile al pubblico. Per questo il Comune di Milano ha dato il via al bando car charing ‘station based’.
Il car sharing è oggi a Milano uno strumento efficace di mobilità pubblica, particolarmente esteso e utilizzato quello in modalità ‘free floating’, ora il Comune vuole dare ulteriore sviluppo a quello ‘station based’ e favorire in particolare chi intende fornire il servizio con veicoli elettrici ma anche i privati che mettano a disposizione dei loro utenti stalli interni.
Il car sharing ‘station based’, proprio perché fa uso di una postazione fissa, è più facilmente prenotabile anche con tempi più lunghi direttamente via App, si presta a sostituire flotte aziendali e a diventare un servizio messo a disposizione di grandi realtà condominiali, così da ridurre le emissioni inquinanti e la congestione del traffico urbano.
In collaborazione con Adnkronos