Auto elettriche in Italia, qual è lo stato della situazione? Nonostante il progresso tecnologico stia facendo passi da gigante ogni anno che passa, la diffidenza degli automobilisti nostrani sembra essere più forte del nuovo che avanza: durante gli Stati Generali della Green Economy sono stati diffusi dei dati che vedono lo Stivale tra i Paesi europei con più alto tasso di morti premature per inquinamento atmosferico, e contestualmente i numeri del mercato mostrano come circolino pochissime auto elettriche costruite in Italia, o comunque messe in vendita nel nostro Paese. Vediamo, dati alla mano, come la correlazione tra questi due fattori sia tutt’altro che causale, a dimostrazione che solo il progressivo abbandono dei materiali inquinanti possa ingenerare un circolo virtuoso in cui la mobilità sostenibile è parte in causa di un miglioramento complessivo della qualità dell’aria.
Vediamo allora qual è lo stato delle auto elettriche disponibili in Italia: in base ai dati illustrati agli Stati Generali della Green Economy in corso a Ecomondo 2017, benché siano migliorate le tecnologie a disposizione nel mercato auto, il numero di vetture tradizionali e non per abitante in Italia è il più alto d’Europa, con oltre 600 autoveicoli per ogni 1000 abitanti, più del 90 per cento dei quali a diesel e benzina. Dati questi numeri, viene facile pensare alla situazione dell’inquinamento in Pianura Padana soprattutto, da parecchi anni al centro di studi che ne documentano la gravità, e che ha raggiunto livelli record nel mese di ottobre 2017. L’Italia ha ancora un basso numero di immatricolazione di auto elettriche rispetto all’Europa, mentre crescono quelle ibride, arrivate al 2,1 per cento del totale nel 2016, e mantiene un buon livello in quelle a metano e GPL.
Ne deriva anche dal punto di vista dell’autonomia il nostro Paese sia indietro rispetto al resto del Vecchio Continente, con un numero di colonnine di ricarica pubblica ancora esigue e distribuite in maniera diseguale sul territorio, con il Meridione fortemente svantaggiato. Ma anche dal punto di vista delle abitudini dei cittadini molta strada deve essere fatta: basti pensare che, ad eccezione di Milano, lo spostamento casa-lavoro nel resto d’Italia prevede quote di utilizzo di mezzi di trasporto pubblico, car sharing e mobilità ciclopedonale notevolmente più basse rispetto tutte le principali città europee, a dimostrazione che l’obiettivo di mobilità sostenibile è ancora lontano dal raggiungere una percentuale accettabile.
Le conseguenze sulla salute per il numero esiguo di auto elettriche in vendita in Italia sono direttamente proporzionali: non sorprende che una così alta quantità di veicoli a diesel o a benzina nel nostro Paese si accompagni al più alto numero di decessi prematuri annuali causati dall’inquinamento atmosferico registrato fra i Paesi europei: circa 80mila, 1300 per milione di abitanti, più della Germania che è a quota 1000, seguita da Regno Unito con 800 e Francia 700 pe rmilione di abitanti. A quantificare le conseguenze del Dieselgate sono l’Istituto meteorologico norvegese e l’istituto internazionale Iiasa, in uno studio pubblicato sulla rivista Environmental Research Letters da cui emerge chiaramente che il nostro Paese è il più colpito di tutta Europa. Ed è difficile non trovare una correlazione con il basso numero di auto elettriche disponibili in Italia.
C’è tuttavia una buona notizia circa le prospettive future: secondo uno studio di AlixPartners nel giro di meno di dieci anni le auto elettriche vendute in Italia riusciranno finalmente a raggiungere cifre soddisfacenti, penetrando anche nel mercato nostrano, dove attualmente hanno una quota molto inferiore rispetto alla media Ue: 1,19 per cento contro l’8,5 continentale. In Italia entro il 2025 le auto elettriche raggiungeranno il 10 per cento del totale, e in generale su 35 milioni dii vetture circolanti in Italia, 3,5 saranno elettriche o ibride.
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