Mauro Icardi non perde la fascia di capitano, si prende la multa, chiede scusa ed eliminerà dalla sua autobiografia le frasi incriminate, che non sono andate giù alla Curva Nord dell’Inter. Ma quali sono queste frasi di ‘Sempre avanti. La mia storia segreta’, uscito lo scorso 11 ottobre? Vediamole una per una.
Sassuolo-Inter 3-1, post partita agitato. Icardi e Guarin vanno sotto la curva. Nella biografia, l’argentino scrive: “Ho trovato il coraggio di affrontare la Curva a fine gara, insieme a Guarin. Mi tolgo maglia e pantaloncini e li regalo a un bimbo. Peccato che un capo ultrà gli vola addosso, gli strappa la maglia dalle mani e me la rilancia indietro con disprezzo. In quell’istante, non ci ho più visto, lo avrei picchiato per il gesto da bastardo appena compiuto. E allora inizio a insultarlo pesantemente: ‘Pezzo di merda, fai il gradasso e il prepotente con un bambino per farti vedere da tutta la curva? Devi solo vergognarti, vergognatevi tutti’. Detto questo, gli ho tirato la maglia in faccia. In quel momento è scoppiato il finimondo”.
La ricostruzione dei fatti non convince i tifosi, che replicano con durezza, parlando di bugie e falsità. Ma non è tutto. Icardi scrive ancora nel libro: “I dirigenti temevano che i tifosi potessero aspettarmi sotto casa per farmela pagare. Ma io ero stato chiaro: ‘Sono pronto ad affrontarli uno a uno. Forse non sanno che sono cresciuto in uno dei quartieri sudamericani con il più alto tasso di criminalità e morti ammazzati per strada. Quanti sono? Cinquanta, cento, duecento? Va bene, registra il mio messaggio e faglielo sentire: porto cento criminali dall’Argentina che li ammazzano lì sul posto, poi vediamo’. Avevo sputato fuori queste frasi esagerate per fare capire loro che non ero disposto a farmi piegare dalle minacce. Una settimana dopo, un capo storico viene da me: pretende ancora le mie scuse. Io risposi così: ‘Non devo chiedere scusa a nessuno di voi, se vi va bene perfetto, altrimenti ciao”.
Da qui, i recenti fatti di cronaca. Una quarantina di ultras che vanno davvero sotto casa del giocatore con striscioni offensivi. Qualcuno parla di tentata aggressione, Wanda Nara smentisce. La Digos, però, indaga e perquisisce casa della coppia.
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