La Guardia di finanza ha eseguito sei misure cautelari, disposte dal gip del tribunale di Genova, nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l’Italia.
Le accuse sono di frode e attentato alla sicurezza
Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture, legate ai pannelli fonoassorbenti la cui pericolosità sarebbe stata nota agli indagati. Agli arresti domiciliari l’ex amministratore delegato di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, rispettivamente ex responsabile manutenzioni e direttore centrale operativo dell’azienda. Tra gli indagati figura anche l’attuale ad Roberto Tomasi ma la sua posizione potrebbe poi essere archiviata a breve.
L’indagine legata al crollo del ponte Morandi
La procura di Genova ha iniziato ad indagare un anno fa, quando i risultati delle analisi relative al crollo del ponte Morandi hanno portato alla luce problemi in termini di sicurezza delle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale. I finanzieri avevano acquisito dei documenti che attestavano la pericolosità delle strutture e hanno quindi potuto disporre le misure: tre sono arresti domiciliari e tre sono misure interdittive.
I pannelli fonoassorbenti installati da Autostrade nel mirino delle fiamme gialle
Secondo quanto rilevato dagli investigatori del primo gruppo delle fiamme gialle, guidati dal colonnello Ivan Bixio, i vertici della società erano a conoscenza dei difetti e del potenziale pericolo per la sicurezza delle Autostrade. I difetti progettuali e la sottostima dell’azione del vento hanno infatti provocato i crolli sulla linea genovese tra il 2016 e il 2017. Oltre a questo, alcuni dei materiali utilizzati per l’ancoraggio a terra non erano alle certificazioni europee perché poco performanti.
Dalle indagini è emerso che gli indagati avrebbero volontariamente apportato accorgimenti temporanei e non risolutivi, anziché adempiere al dovere di sostituzione e messa in sicurezza delle strutture.
Non c’è stata comunicazione tra Società Autostrade e organo di Vigilanza
Gli inquirenti hanno contestato una frode nei confronti dello Stato, rilevando anche che non vi sia stata alcuna comunicazione (obbligatoria) all’organo di vigilanza presso il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.