Dopo una notte di trattativa, all’alba si è trovato un accordo: per evitare la revoca della concessione i Benetton si ritirano da Autostrade che diventa così una public company. Si va verso la progressiva rinuncia di Atlantia alla quota in Autostrade per l’Italia (Aspi) mentre Cdp con il 51% entrerà come socio di maggioranza. Ecco cosa succede adesso e quali sono i punti dell’accordo raggiunto e, riferiscono fonti ministeriali, fortemente voluto dal presidente del Consiglio Conte.
È lontano il tempo in cui, quando era vicepremier, Salvini temporeggiava frenando le richieste del M5S. Ora il governo Conte bis è riuscito a ottenere il suo scopo. Atlantia dei Benetton uscirà da Aspi entro un anno per dare spazio a Cassa depositi e prestiti nell’azionariato, con successiva quotazione della società in Borsa. Questi sono i principali punti dell’accordo raggiunto in piena notte tra governo e i Benetton. Il futuro di Autostrade per l’Italia (Aspi) sarà a controllo pubblico, con Cdp che avrà il 51%.
Cosa succede ora? Al ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e la titolare del Mit Paola De Micheli il compito di definire gli aspetti dell’accordo. Su mandato del governo Cassa depositi e prestiti organizzerà nelle prossime due settimane la progressiva uscita di Atlantia, con iniziale abbassamento della quota al 10%.
L’accordo prevede alcune specificità riguardo alla transazione e al futuro assetto societario del concessionario, con misure compensative ad esclusivo carico di Autostrade per l’Italia per importo complessivo di 3,4 miliardi di euro. La convenzione sarà riscritta, tariffe e concessioni comprese, e adeguata all’articolo 35 del Milleproroghe (che riduce da 23 a 7 mld l’indennizzo in caso di revoca).
Ci sarà il rafforzamento del sistema dei controlli a carico del concessionario e un aumento delle sanzioni anche in caso di lievi violazioni da parte dello stesso. Allo stesso tempo è prevista la rinuncia a tutti i giudizi promossi in relazione alle attività di ricostruzione del ponte Morandi, al sistema tariffario e sulla legittimità del milleproroghe.
Per quanto riguarda l’assetto societario, il controllo di Autostrade per l’Italia passerà a Cassa depositi e prestiti (al 51%), con la sottoscrizione di un aumento di capitale riservato da parte di Cdp. E poi l’acquisto di quote partecipative da parte di investitori istituzionali; la cessione diretta di azioni ASPI a investitori istituzionali di gradimento di Cdp. Con l’impegno da parte di Atlantia a non destinare in alcun modo tali risorse alla distribuzione di dividendi. Si impone la scissione proporzionale di Atlantia, con l’uscita di ASPI dal perimetro di Atlantia e la contestuale quotazione di ASPI in Borsa. Gli azionisti di Atlantia valuteranno la smobilizzazione delle quote di Aspi, con conseguente aumento del flottante.
In una nota del governo si spiega che, in alternativa, Atlantia ha offerto la disponibilità a cedere direttamente l’intera partecipazione in Autostrade per l’Italia, pari all’88%, a Cdp a investitori istituzionali di suo gradimento. Fermo restando che “la rinuncia alla revoca potrà avvenire solo in caso di completamento dell’accordo transattivo”.
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