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Spettacoli

Avatar, ecco come gli attori del cast diventano Na’vi

Il cast di Avatar: La via dell’acqua parla della trasformazione da esseri umani a Na’vi in un video caricato su YouTube.

Scena tratta dal Film Avatar – Nanopress.it

All’interno di questo video gli attori di Avatar si preparano per far ritorno su Pandora dopo 13 anni dal primo film.

Avatar, gli attori del cast si trasformano in Na’vi: ci mostrano come in un video su YouTube

Il 14 dicembre è uscito al cinema il secondo film di Avatar, intitolato La via dell’acqua. Il film di James Cameron ci riporta su Pandora dopo 13 anni dal primo film Avatar. La maggior parte del cast è rimasto invariato ritornando nei panni dei propri personaggi Na’vi, accompagnati da alcuni nuovi arrivati come ad esempio Kate Winslet oppure i più giovani Tribity Jo-li Bliss, Jamie Flatters e Britain Dalton che interpretano i tre figli di Jack Sully, protagonista del film. Tutti gli attori hanno raccontato la loro esperienza e la trasformazione da esseri umani a Na’vi, le creature di Pandora, in un video postato sulla piattaforma YouTube.

Sam Worthington, Michelle Rodriguez, Sigourney Weaver e Joel David Moore nel primo film li abbiamo visti prima nei loro corpi da esseri umani e poi all’interno dei corpi delle creature blu, questo secondo capitolo invece si svolge principalmente su Pandora, nella patria delle creature chiamate Na’vi. Perciò gli attori li vedremo sempre nella loro versione aliena. Il primo a commentare esperienza è Jamie Flatters  che interpreta Neyeyam, il figlio maggiore di Jack Sully e Neytiri interpretati rispettivamente da Sam Worthington e Zoa Saldana:

“Essere una creatura aliena blu… è piuttosto figo”

Nel primo capitolo di Avatar, ambientato nel 2154, una società denominata RDA ha estratto un prezioso minerale su Pandora, una lontana luna piena di foreste in cui abitano i Na’vi: una razza di umanoidi, creature blu che hanno un legame particolarmente parte con la natura. Sam Worthington interpreta il protagonista Jack Sally, Un ex marine paraplegico reclutato dalla RDA Terre partecipare ad un programma Avatar e trasformarsi quindi in navi per poter voglio esplorare quel luogo chiamato Pandora tanto bello quanto insolito.

Il Dr. Paul Frommer, professore con dottorato in linguistica dell’University of Southern California che ha creato la lingua Na’vi nel 2005 appositamente per il film, si è basato (per fare ciò) sulle lingue polinesiane e su alcune parole che James Cameron aveva creato.

Scena tratta dal film Avatar – Nanopress.it

La tecnologia che è stata usata da James Cameron per Avatar: la via dell’acqua è decisamente migliore rispetto a quella utilizzata per il primo film, ma supera anche tutto il resto del cinema fino ad oggi compresi i film firmati Marvel. In questa impresa Cameron è stato aiutato dallo studio WETA Effects che ad oggi è il migliore sul campo. Tutti gli attori hanno indossato degli abiti con dei pennarelli che riflettevano la luce infrarossa su delle telecamere fisse. Nel corso delle riprese c’erano circa 120 di queste telecamere installate tutto intorno ad un palco destinato appunto alla Motion Capture per riprendere ogni movimento.

WETA ha generato al computer più di 800 personaggi e più di 1800 inquadrature con effetti visivi e impostazioni CGI dettagliate. Il team di James Cameron ha costruito il palco di cui abbiamo parlato poc’anzi per dare modo agli attori di muoversi in tranquillità e in libertà. Infatti per Avatar non si parla di vero e proprio Motion Capture benché il lavoro degli attori su questo tipo di set digitale è decisamente più preciso e intenso: si parla più che altro di Performance capture. Per ottenere tutte le espressioni facciali che abbiamo visto nel film ogni componente  del cast di Avatar ha dovuto indossare una piccolissima telecamera montata su un casco e diretta al viso:

“Questa tecnica elimina le ore trascorse sulla sedia del trucco e vari altri disagi per gli attori” – ha affermato Cameron – “In precedenza gli attori dovevano avere centinaia di minuscoli pennarelli sferici incollati sul viso e, di conseguenza, non potevano toccarsi il viso per tutta la giornata di riprese”.

Le riprese delle piccole videocamere sono state poi abbinate ad un software creato ad oc da Weta Digitals che ha tracciato i muscoli del volto di ogni attore.

Aurora de Luca

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