L’aviaria ha sintomi molto aggressivi. Come si trasmette? Vediamo di saperne di più su questa malattia infettiva che colpisce prevalentemente gli uccelli, ma che, in alcuni casi, può superare le barriere tra le diverse specie e causare l’insorgenza di problemi anche negli esseri umani. Spesso si è parlato di vere e proprie epidemie su larga scala di questa patologia, il cui principale fattore di rischio per l’infezione degli umani sembra essere l’esposizione al pollame o all’ambiente contaminato dal virus. Proprio per questo motivo controllare la diffusione del virus nel pollame è fondamentale per tenere sotto controllo l’infezione anche in relazione alla specie umana.
Sintomi
Per quanto riguarda la percentuale dei decessi per le infezioni provocate dai virus dell’aviaria, bisogna considerare che è più alta rispetto a quella relativa alle influenze stagionali. Nella maggior parte dei casi il decorso della malattia è aggressivo e prevede un peggioramento veloce del quadro sintomatologico. In particolare sono ancora poche le informazioni che si hanno riguardo al virus H5N1, come succede spesso nel caso di malattie scoperte di recente. Quando si è in presenza di una malattia causata dal virus H7N9, le complicazioni che possono insorgere sono costituite da polmonite e da sindrome da distress respiratorio.
Il quadro sintomatologico iniziale comprende tosse, febbre alta, mancanza di respiro e altri sintomi para-influenzali. In alcuni pazienti possono verificarsi anche mal di pancia, diarrea, vomito, dolore al torace e sanguinamenti dal naso o dalle gengive. In molti casi si verificano disturbi delle basse vie respiratorie già nei primi giorni in cui si manifesta la malattia. Il periodo di incubazione della patologia è più lungo rispetto a quello dell’influenza stagionale. Per quanto riguarda il virus H5N1 si parla di un periodo che varia tra i 2 e gli 8 giorni, in relazione al virus H7N9 si parla invece di 10 giorni.
Come si trasmette
I virus dell’aviaria molto probabilmente si trasmettono con l’esposizione diretta o indiretta al pollame, sia vivo che morto, o all’ambiente contaminato dal virus. Non esistono delle prove relative alla trasmissione del virus con il consumo di uova o di pollame preparati in condizioni igieniche adeguate. Fattori di rischio possono essere la macellazione e il contatto con carcasse di pollame infetto. Allo stesso modo, un altro fattore da non trascurare riguarda la preparazione del pollame infetto per il consumo, in ambito casalingo.
Cura
Alcuni farmaci antivirali, come l’oseltamivir, potrebbero essere utili per migliorare le possibilità di sopravvivenza dei pazienti con aviaria. Questo farmaco, quando si sospetta un caso di questa infezione, dovrebbe essere prescritto il prima possibile, in modo da beneficiare delle possibilità terapeutiche offerte dal medicinale. Il farmaco dovrebbe comunque essere somministrato anche nel caso di sintomi che persistono in fasi successive della malattia, perché è stata evidenziata una replicazione del virus prolungata. La terapia dovrebbe essere aumentata, per quanto riguarda la dose o la durata, in relazione alla gravità della patologia.
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