A sole poche ore dall’accordo, Azione rompe il patto elettorale con il PD, attraverso le parole del suo leader Carlo Calenda. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, durissimo nei suoi confronti, lo accusa di favorire le destre.
Il Partito Democratico, nel suo intento di costruire una coalizione in grado di battere le destre, aveva chiuso accordi elettorali anche con Verdi e Sinistra Italiana, ma mentre il campo largo sembrava prendere piede, arriva la doccia fredda di Calenda.
Ospite da Lucia Annunziata, è lo stesso leader di Azione ad annunciare di aver comunicato al segretario del PD di non voler continuare l’alleanza.
Le motivazioni addotte sono proprio gli accordi elettorali che i dem stanno mettendo in piedi con queste altre forze politiche. Calenda parla di decisione sofferta ma alla quale si vede costretto in quanto la coalizione a cui sta lavorando Letta non ha coerenza di fondo ed è destinata a perdere.
Durissima la reazione del Partito Democratico, innanzitutto attraverso le parole del suo segretario. E’ proprio lui a ribadire, infatti, che l’intesa con ulteriori forze politiche era sancita all’interno del documento firmato da Azione, proprio in virtù del fatto che la legge elettorale impone la nascita di alleanze larghe.
Il 25 settembre si andrà a votare con la legge che prende il nome dal suo ideatore, il deputato Ettore Rosato. Il cosiddetto Rosatellum è un sistema misto tra maggioritario e proporzionale.
E’ la stessa legge con cui si è votato nel 2018 ma è stata adattata al taglio dei Parlamentari avvenuto durante questa legislatura.
Un terzo dei seggi di Camera e Senato viene assegnato con un sistema maggioritario. Ci sono, quindi, collegi uninominali nei quali chi prende più voti vince. Da qui l’esigenza di costruire coalizioni ampie in grado di giocare la partita alla pari nei collegi.
Per quanto riguarda gli altri due terzi l’assegnazione avviene mediante sistema proporzionale attraverso un meccanismo di listini “bloccati”.
Enrico Letta, accusando Calenda di non rispettare la parola data, dichiara: “Andiamo avanti”. Interviene nel dibattito anche l’ex Segretario dem, l’attuale Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
E’ lui, infatti, ad affermare che Calenda abbia tradito innanzitutto i propri elettori o potenziali tali favorendo, così, chi è contro Draghi, filo Putin ed antieuro. Contribuendo a creare un clima di confusione ed inaffidabilità.
Intanto il Partito Democratico va avanti con la sua alleanza con Sinistra italiana, Verdi ed Impegno civico. La stessa + Europa federata con Azione ha ribadito il suo ok alla coalizione non digerendo lo strappo di Calenda fatto in maniera unilaterale.
Ancora freddi i rapporti con il Movimento cinque stelle nei confronti dei quali la porta resta chiusa.
L’unico a poter trarre vantaggio da questa situazione e ad accoglierla positivamente è Mattero Renzi. Impegnato nella costruzione delle liste, vede ora in Calenda un potenziale alleato per costruire un terzo polo.
Intanto anche il centrodestra è alle prese con i propri screzi. Un braccio di ferro sui migranti è in atto nella coalizione che, nel frattempo è impegnata a costruire le liste.
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