“I ragazzi sono felici di essere tornati a scuola. E ci devono rimanere”. Esordisce così il ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina, parlando di scuola ai microfoni dell’Ansa. Il ministro Azzolina aggiunge poi che “anche per gli alunni più grandi la didattica in presenza è fondamentale perché garantisce formazione ma anche socialità, che altrimenti i giovani andrebbero a cercare altrove”.
Il ministro ha poi parlato dei contagi in aumento in tutto il Paese ma ci tiene a sottolineare: “I numeri e le analisi dell’Istituto Superiore di Sanità ci confermano che i contagi non avvengono dentro le scuole. L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo”.
“L’anno che è appena cominciato è un anno particolare. Voglio ricordare che grazie al grande impegno dei docenti, dei dirigenti e del personale Ata ma anche delle famiglie, delle ragazze e dei ragazzi abbiamo riaperto scuole, siamo tornati alle lezioni in presenza, alla socialità. Ci sono regole precise da rispettare e lo stiamo facendo e protocolli stanno funzionando“.
E ancora: “La comunità scolastica sta dando il massimo per garantire diritto allo studio dei nostri piccoli e dei nostri giovani. E dobbiamo esserne tutti fieri. In questo momento serve responsabilità da parte di ciascuno di noi. La scuola è troppo importante e la cosa più importante è tenerla aperta, è la priorità. Questo richiede sacrifici, certo ma li faremo tutti insieme per il bene della scuola”, ha affermato in un videomessaggio alla presentazione dei dati del XXII rapporto dell’Osservatorio nazionale sull’internazionalizzazione delle scuole e la mobilità studentesca dedicato quest’anno alla dimensione internazionale dell’educazione civica.
“Sappiamo che la didattica a distanza è sempre utilizzabile, viene utilizzata anche per rafforzare l’attività opzionale pomeridiana, però in questo momento non è sul tavolo“, ha detto così a Start, su Sky TG24, il ministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia.
“Tutti gli sforzi che stiamo facendo – sono state le sue parole – sono per difendere il lavoro e la scuola. Le Regioni non potranno muoversi in autonomia, le modalità con cui funzionano le scuole sono decise dallo stato centrale”.
E ancora: “Abbiamo modificato norme che prevedevano l’organizzazione di alcuni servizi pubblici e lo abbiamo fatto insieme, dove c’era legislatura concorrente abbiamo lavorato insieme, l’organizzazione delle scuole inevitabilmente passa attraverso una valutazione dello Stato, poi Comuni e Province ci hanno aiutato tantissimo nell’attuare norme che abbiamo approvato e messo nella disponibilità delle scuole tante risorse che servono a potenziare le strutture logistiche”.
Per concludere: “Ma la scelta della didattica a distanza o meno è una scelta del governo centrale e del ministro“.
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