[didascalia fornitore=”ansa”]Un’immagine del progetto per la bonifica e la rigenerazione urbana del sito Bagnoli-Coroglio.[/didascalia]
Si muove qualcosa sul futuro del quartiere Bagnoli, alla periferia di Napoli, che necessita di una bonifica che deve essere effettuata integralmente, dal momento che in 25 anni nulla è stato fatto. “La bonifica va fatta integralmente su tutte le aree indipendentemente dalle destinazioni d’uso”, ha chiarito dal canto suo l’amministratore delegato di Invitalia, Domenico Arcuri, a margine della conferenza stampa tenutasi in Prefettura a Napoli subito dopo la riunione della Conferenza dei servizi su Bagnoli, svoltasi alla presenza dei tecnici di Invitalia ma anche di un rappresentante del Comune, della Soprintendenza, del governo e degli enti ambientali del controllo regionali.
Al tavolo tecnico sulla bonifica di Bagnoli hanno partecipato, tra gli altri esperti, anche Salvo Nastasi, il commissario per la bonifica, e Domenico Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, il soggetto attuatore della nuova Bagnoli. Per il Comune era presente il vicesindaco Raffaele Del Giudice, che ha la delega all’Ambiente.
“Oggi la Conferenza dei servizi – ha dichiarato l’amministratore delegato di Invitalia – ha approvato le attività che condurranno alla prima vera bonifica su Bagnoli, quella relativa al solo amianto, a quell’Eternit che da circa vent’anni giace sulla superficie del sito e che per rimuoverlo ci vorranno 465 giorni. Solo dopo potranno partire i lavori della bonifica integrale, che si concluderanno per il 2022. Le attività ci vedranno, quindi, impegnati per i prossimi quattro anni considerando che si tratta dell’attività di bonifica più massiccia e più profonda che sia mai stata svolta in Italia e tra quelle di certo più importanti che siano state svolte in Europa”.
Arcuri ha poi concluso: “Nei prossimi giorni aggiudicheremo la gara per l’analisi di rischio, che è la prima attività da fare per giungere alla bonifica. Stiamo inoltre elaborando la gara per la progettazione delle bonifiche divise in quattro macro zone: il mare, la colmata e la parte a terra divisa in due macro aree”.
In collaborazione con AdnKronos
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