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Categories: Politica

Ballottaggio Milano 2016: Beppe Sala è il nuovo sindaco di centrosinistra

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Il 19 giugno – giorno di ballottaggio per le Elezioni Comunali di Milano – i milanesi hanno votato per il nuovo sindaco decidendo per Beppe Sala. Il verdetto della votazione è stato incerto fino all’ultimo, ma il successore di Pisapia che guiderà Milano fino al 2021 è proprio l’ex commissario unico di Expo. Le preferenze per lui sono state del 51,70% mentre per Stefano Parisi ha votato il 48,30% degli aventi diritto. La partita è rimasta aperta fino all’ultimo minuto, ma l’esito dello spoglio è chiaro.

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I dati sull’affluenza mostrano che a Milano alle 23 ha votato il 51,81% degli aventi diritto. L’affluenza è in calo rispetto al primo turno di due settimane fa, quando ha votato il 54,67% dei milanesi. Il record di presenze alle urne è stato toccato al Municipio 3, con il 54,18%. Fanalino di coda il Municipio 1, dove ha votato il 50,71% degli aventi diritto.

E commentando il risultato elettorale, Sala ha detto: “Mi ha appena chiamato Stefano Parisi per congratularsi. Ha fatto anche lui una grande campagna. A Milano abbiamo dato un esempio di una campagna elettorale senza una grande animosità”.
E poi “Ce l’abbiamo fatta!” ha scritto sulla sua pagina Facebook, mentre su Twitter è intervenuto con una foto:

A contendersi la carica di sindaco c’erano il candidato di centrosinistra Giuseppe Sala (41,69% delle preferenze al primo turno) e quello di centrodestra Stefano Parisi (40,77%) La poltrona di Milano, così come quella di Roma, è la più ambita d’Italia, per questo le varie forze politiche hanno messo sul tavolo tutte le loro carte migliori, per conquistarla.

BEPPE SALA

GIUSEPPE SALA è il il nuovo sindaco di Milano sostenuto da Pd, Idv, Sinistra per Milano e una lista civica. Milanese doc, l’ex supercommissario di Expo era già stato considerato il favorito alle Primarie Pd per la scelta del candidato del centrosinistra da proporre ai cittadini come primo cittadino. Manager laureato in economia aziendale all’Università Bocconi, da tecnico si è trasformato in un politico del ”fare” che mira a portare il cambiamento a Milano.
Decidere di candidarmi è stata una scelta fatta con il cuore, prima che con la testa; amo la mia città e la bellissima esperienza di Expo mi ha fatto capire di dovere e potere fare qualcosa di utile per Milano” diceva in campagna elettorale. Sala ha votato domenica mattina verso le 11:00. All’uscita si è fermato per una breve dichiarazione ai giornalisti: “Stamattina mi ha chiamato il mio amico Piero Fassino e mi ha detto: ‘Guarda, non è perché è la tua prima volta, è sempre una giornata di grande ansia’. Oggi mi concederò un po’ di riposo perché stanotte faremo tardi; c’è ansia e c’è anche molta curiosità. Ma abbiamo fatto tutto quello che potevamo, è già un successo arrivare con la coscienza forte. Per fortuna decideranno i milanesi. Sono fiducioso”. I milanesi lo hanno rimandato al 19 giugno, al ballottaggio con Stefano Parisi.

LEGGI QUI IL PROGRAMMA DI BEPPE SALA

STEFANO PARISI

STEFANO PARISI era il candidato del centrodestra sostenuto da Forza Italia, Lega Nord, Fratelli D’italia – Alleanza Nazionale, Partito Pensionati e due liste civiche (Milano Popolare e Io Corro Per Milano). Il giorno del voto non ha rilasciato dichiarazioni e non ha aggiornato i suoi profili social fino al tardo pomeriggio. Ma si è fatto fotografare in tenuta da ciclista nei pressi del seggio, come un novello Romano Prodi. “Sono molto contento del lavoro che abbiamo fatto, perché solo tre mesi fa sembrava che il candidato del centrosinistra vincesse al primo turno. Abbiamo recuperato. Mi sembra che ci sia una grande maggioranza di milanesi che hanno votato per il cambiamento“, ha poi commentato il candidato sindaco del centrodestra nel suo comitato elettorale allestito al Marriott hotel a Milano, alla lettura dei primi exit poll. “Partita aperta al ballottaggio? Direi di sì. Il fatto che ci sarà il ballottaggio è già una partita aperta“, ha aggiunto. Parisi ha accettato la candidatura a sindaco di Milano dopo alcuni tentennamenti, ma i cittadini hanno mostrato di averlo gradito. L’ex city manager (voluto da Gabriele Albertini) moderato, 59 anni, è nato a Roma e vive a Milano dal 1997 con la moglie e le due figlie. Si è laureato alla Sapienza in Economia e Commercio e ha cominciato la sua attività professionale nell’ufficio studi della CGIL, fu vicepresidente del Consiglio dei ministri durante il governo De Mita e capo della segreteria tecnica di Gianni De Michelis, all’epoca ministro degli Esteri del Partito socialista. Nel 2000 Parisi fu direttore generale di Confindustria durante la presidenza di Antonio D’Amato, nel 2004 diventò amministratore delegato di Fastweb e doop lo scandalo Fastweb-Telecom sulle finte fatturazioni, fu costretto a dimettersi, ma nel 2013 venne scagionato da ogni accusa. Nel 2012 ha fondato Chili Tv, piattaforma di streaming on line di film e serie tv. Quando gli è stato chiesto se il suo profilo non fosse troppo simile a quello di Giuseppe Sala – entrambi manager di successo e apprezzati dirigenti del comune di Milano – Parisi ha risposto: ”Veniamo da esperienze di lavoro in parte simili, lo stimo ed è possibile trovare punti in comune nei nostri programmi. Ma c’è una differenza fondamentale. Il nostro disegno di una città libera e aperta trova l’appoggio e il consenso pieno della mia maggioranza. Sala invece dovrà fare i conti con il radicalismo di sinistra e la forte subalternità a Roma”.

LEGGI QUI IL PROGRAMMA DI STEFANO PARISI

Kati Irrente

Giornalista per vocazione, scrivo per il web dal 2008. Mi occupo di cronaca italiana ed estera, politica e costume. Naturopata appassionata del vivere green e della buona cucina, divido il tempo libero tra musica, cinema e fumetti d'autore.

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