Una bambina di soli due anni si trova da due mesi in gravi condizioni all’ospedale dopo aver mangiato del formaggio di malga. Indagato il malgaro: sulla vicenda indagano i Carabinieri.
Dai primi giorni di luglio la bambina è ricoverata all’ospedale di Padova, dopo essere rimasta intossicata dal formaggio alpino. La famiglia è chiaramente disperata, anche perché a quanto pare la bambina avrebbe solamente assaggiato un piccolo pezzo di prodotto. Ciò è stato sufficiente, tuttavia, a provocarle l’infezione da escherichia coli e farla ricoverare d’urgenza. La piccola si era recata in gita in montagna alla fine di giugno, e successivamente si era recata in vacanza con i genitori. Agli inizi di luglio, aveva iniziato ad accusare i sintomi dell’infezione.
La famiglia si era recata alla malga di Coredo, in provincia di Trento, per una gita fuoriporta, per godersi un po’ di frescura e aria buona, e in quel frangente, la bimba avrebbe assaggiato o toccato il formaggio lì prodotto. Ciò sarebbe stato sufficiente a scatenarle l’infezione dopo pochi giorni.
Dopo essere stata ricoverata in ospedale, il sospetto dei parenti è caduto sull’acqua, ma le indagini seguenti dei Nas hanno smentito tale ipotesi, così come precedentemente dichiarato dal primo cittadino del paese. Invece, i Carabinieri hanno trovato la presenza di tossina Stec, che si trova all’interno di alcuni ceppi di escherichia coli, nel formaggio prodotto dalla malga.
I campioni sono stati prelevati dal Servizio veterinario lo scorso 14 luglio, e le seguenti analisi effettuate dall’Istituto Zooprofilattico delle Venezie ha confermato la presenza della tossina. In seguito, tali risultati sono stati comparati con i campioni biologici prelevati alla piccola, e si è quindi avuta la conferma che il ceppo fosse lo stesso del prodotto caseario.
Ad essere indagato per quanto accaduto, il malgaro, il quale è difeso dal legale Andrea de Bertolini e che starebbe vivendo ore terribili, come ha testimoniato la sindaca di Coredo, Giuliana Cova. L’uomo si è messo a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura.
Al momento c’è un fascicolo d’indagine per lesioni gravissime e violazione dell’articolo della legge 283/62 sulla somministrazione di cibi con cariche microbiotiche superiori a quanto consentito dall’ordinamento.
La Seu, ovvero la sindrome emolitico uretica, quella di cui è stata colpita la bimba, ha un’incubazione che varia da 1 a 5 giorni, ma può capitare che si manifesti anche 10 giorni dopo il contatto con il ceppo batterico.
Il Dipartimento di prevenzione della ASL, subito dopo gli accertamenti, ha vietato la vendita e la somministrazione dei prodotti caseari della malga, e i Nas, intervenuti successivamente hanno provveduto a sequestrare tutti i prodotti e chiudere l’attività, che risulta tuttora chiusa.
La piccola è rimasta intubata per settimane nel reparto di terapia intensiva, e solo da poco è stata trasferita in quello di nefrologia pediatrica, il che vuol dire che le sue condizioni sono meno gravi rispetto a quelle iniziali. Tuttavia, la bimba non è ancora fuori pericolo di vita, e continua a lottare per poter sopravvivere.
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