Giallo sulla morte di Martina Mihajlovic, bambina di tre anni, arrivata già senza vita per asfissia al pronto soccorso ‘San Giovanni Bosco’ di Napoli. La piccola risiedeva nel campo rom sulla circumvallazione di Scampia. La mamma della vittima, durante l’interrogatorio, si è contraddetta due volte. Ha parlato prima di un gioco terminato in tragedia, poi però ha cambiato versione, il che ha insospettito naturalmente gli investigatori. Sul caso sta indagando la polizia del commissariato di Scampia.
Perché è morta, dunque, Martina? Forse non per un gioco finito male. La mamma, infatti, nella seconda versione del suo racconto ha detto alla polizia: “La bambina si trovava sul sedile anteriore della nostra macchina. Sulla fronte aveva una piccola ferita”. Tra le ipotesi al vaglio delle forze dell’ordine che Martina, già ferita, possa aver trovato rifugio nella macchina, perdendo però i sensi per il colpo alla fronte. O che si sia addormentata, a causa del caldo.
All’ospedale dove è stata portata la bambina, c’è la polizia schierata perché qui sono arrivati diversi rom. La mamma di Martina, nel confuso racconto reso ai poliziotti, ha detto di aver trovato in auto la figlia già morta. Quindi Martina si sarebbe introdotta da sola nel veicolo. Ma si approfondisce pure l’ipotesi che sia stato qualcun altro a metterla nell’auto. In ospedale, sono stati la mamma e lo zio ad accompagnare la giovanissima vittima. L’auto, di proprietà del nonno di Martina, non era chiusa né dall’interno né dall’esterno.
Quello che appare certo è che la bambina non sia stata dimenticata in auto sotto il sole cocente. La madre ha detto di essere uscita dal campo e, non avendo trovato la figlia al suo ritorno, di averla cercata per ore fino a quando l’ha trovata nell’auto dei nonni priva di sensi. A quel punto, la corsa in ospedale che, purtroppo, si è rivelata vana. Inizialmente, anche per le parole della mamma di Martina, si era pensato davvero al nascondino finito male. Ma le contraddizioni successive hanno insospettito la polizia di Scampia.
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