Foto Yury Darbaa/Siberian Times
Una bimba siberiana di 4 anni non ha avuto paura di nulla, né del freddo glaciale della repubblica russa di Tuva, al confine con la Mongolia, né del buoi e dei pericoli e ha attraversato la foresta pur di salvare la sua amata nonna. L’incredibile storia di Saglana Salchak ha fatto il giro del mondo, commuovendo il web: dai media locali, anche loro stupiti nel raccontare la sua vicenda, l’avventura della piccola Saglana è arrivata anche in Occidente tramite il Guardian, che ha pubblicato anche una sua foto, con tanto di cappellino rosso, come l’eroina della fiaba popolare. Come lei, ha affrontato pericoli che avrebbero piegato le gambe anche agli adulti più navigati per portare aiuto alla nonna, ma a differenza del racconto, non c’è stato il classico lieto fine. La nonna infatti è deceduta e la madre è stata denunciata per abbandono di minore: ora Saglana è stata affidata a un istituto dove ha appena festeggiato 5 anni.
La storia della novella Cappuccetto rosso in salsa siberiana inizia il mese scorso quando la madre della piccola e il patrigno, che pascolano mandrie di cavalli nella taiga, la lasciano alle cure dei nonni: anche se il nonno è cieco, la nonna ha 60 anni, è ancora in buona salute e si può occupare di lei. Tutto cambia una gelida mattina di febbraio quando la donna non si muove più dal letto, ma il nonno non è in grado di fare molto. In casa non ci sono telefoni né tanto meno una connessione internet e così, la piccola, d’accordo col nonno, prende una scatola di fiammiferi e si avvia da sola nel bosco, per avvisare i vicini e chiedere aiuto.
Saglana segue un percorso lungo il fiume, incurante delle neve alta, di temperature che possono arrivare a oltre -30 e del pericolo dei lupi, camminando per ore: infreddolita e affamata non nota neanche la casa dei vicini e la supera, ma per fortuna viene notata da lontano. Subito soccorsa, la piccola avvisa della situazione alla fattoria, ma è troppo tardi: la squadra medica può solo constatare il decesso della nonna per infarto.
La bambina, in ottima salute malgrado l’avventura, è stata accolta in un centro per l’infanzia e la madre, Elena Salchak, è stata formalmente accusata di non essersene presa cura, ma la vicenda ha scatenato forti reazioni all’interno della comunità locale. Saglana era dai nonni perché i genitori erano impegnati in un lavoro duro e difficile ma tipico della regione. La cosa grave, accusa Sayana Mongush, attivista e giornalista di Kyzil, la capitale regionale, dalle pagine del Guardian è che le autorità locali non avessero portato neanche la linea telefonica alla fattoria. “È scioccante”, dice al Guardian, che la fattoria dei nonni della piccola non abbia un telefono o una connessione internet”.
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