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Bambini dimenticati in auto in Italia: i casi recenti

(Quali rischi per i genitori? Parla l’avvocato Cristiano Cominotto)

Sono tanti i casi di bambini dimenticati in auto in Italia e nel mondo. Alcuni dei casi più eclatanti e dai risvolti tragici sono arrivati sulle colonne dei quotidiani fino a scuotere le coscienze dell’opinione pubblica per la loro drammaticità. Spesso i genitori che vengono coinvolti in queste vicende adducono delle scuse incredibili, ammettendo di avere avuto fatali dimenticanze. Ci si chiede come sia possibile che tutto ciò possa accadere. Come si può dimenticare un bambino in auto, dedicandosi tranquillamente ad altro? Eppure non si tratta di casi isolati. Ripercorriamo i casi più recenti avvenuti in Italia.

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I RISCHI GIUDIZIARI PER I GENITORI
E PERCHE’ PUO’ SUCCEDERE A TUTTI

LA SPEZIA – Il 5 maggio 2016 un bambino di 4 anni è rimasto legato al seggiolino e chiuso nell’auto dei genitori, tra l’altro con le chiavi all’interno. Il padre e la madre si erano entrambi allontanati per fare una commissione, dimenticando le chiavi all’interno dell’auto, che poi si sarebbe quindi chiusa automaticamente. Per poterlo liberare sono dovuti intervenire i vigili del Fuoco che hanno lavorato per oltre mezz’ora, portando in salvo il piccolo senza conseguenze.

VICENZA – L’1 giugno 2015, a 17 mesi è morta Gioia, una bambina dimenticata nell’auto dai suoi genitori per una tragica disattenzione. La piccola è rimasta nell’abitacolo seduta sul seggiolino per alcune ore, sotto il sole cocente, mentre la madre si intratteneva a parlare con alcuni vicini. Tutta la famiglia era stata a messa, nella chiesa dove canta nel coro, e poi ha fatto un salto al centro commerciale per poi tornare a casa alle 13.15. Mentre il padre e gli altri figli sono subito rincasati, la bimba è rimasta in auto in seguito alla distrazione della madre che si era messa a chiacchierare con un vicino. La coppia di origine ivoriana ma con cittadinanza italiana ultraventennale è stata accusata di omicidio colposo.

GROSSETO – Il 10 giugno 2015 un giovane papà ha lasciato per due ore la figlia di due anni sul sedile posteriore in macchina, nel parcheggio all’aperto del lavoro, un megastore della zona Aurelia nord, pensando di averla portata in asilo. Ha parcheggiato l’auto accanto a una siepe, in parte al sole e si è recato al lavoro alle 9. Verso le 11 una passante si è accorta che la bimba era in macchina con i finestrini chiusi e ha chiamato subito i carabinieri i quali hanno allertato i vigili del fuoco e il 118. La bimba è stata soccorsa per un colpo di calore, ma si è ripresa senza conseguenze. Il padre è stato denunciato per abbandono di minore.

NAPOLI – Il 22 luglio 2013 un bambino di 3 anni è stato lasciato chiuso in auto a Scampia. E’ dovuto intervenire il nucleo radiomobile di Napoli, che ha tratto in arresto il padre del piccolo, un 34enne, accusato di abbandono di minore. I militari hanno notato il bambino durante il servizio di pattugliamento, nei pressi di una piazza di spaccio. Il piccolo aveva delle difficoltà respiratorie e i carabinieri hanno dovuto forzare la portiera, per estrarlo e portarlo in ospedale.

PIACENZA – Il piccolo Luca Albanese, di 2 anni, è stato dimenticato, il 4 giugno 2013, in auto dal padre sotto il sole per 8 ore. La temperatura all’interno dell’automobile ha raggiunto i 60 gradi. Il bambino è arrivato ad una temperatura corporea di 40 gradi ed è stato trovato morto, quando è stato soccorso dal 118. La causa della morte è stata l’asfissia. I genitori sotto choc sono stati ricoverati in ospedale. Il padre non si è ricordato di lasciare il piccolo all’asilo.

ROMA – Il 19 maggio 2013 un bambino di 2 mesi è stato trovato chiuso in macchina, dopo che una guardia giurata aveva notato la scena. I genitori sono stati denunciati, dopo aver dimenticato il piccolo per andare a giocare alle macchinette. Per fortuna il bambino è stato trovato in buone condizioni.

ROMA – Il 4 giugno 2011 due gemellini di 11 mesi sono stati lasciati in automobile in via Oderisi da Gubbio, in zona Marconi. I genitori sono andati a giocare alle slot machines in un locale, portandosi dietro la figlia più grande di 2 anni.

PERUGIA – Jacopo, un bambino di 11 mesi, è stato lasciato per 3 ore da solo in auto a Passignano sul Trasimeno, vicino Perugia, il 27 maggio 2011. Il padre doveva accompagnarlo al nido, ma si sarebbe dimenticato. Il bambino è morto ed è stata disposta l’autopsia sul suo corpo. Il padre è stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di omicidio colposo.

TERAMO – Il 18 maggio 2011 a Teramo è morta Elena Petrizzi, di 22 mesi, che è stata lasciata per 5 ore in auto dal padre, che si è recato al lavoro, non accompagnando la piccola alla scuola materna. Il padre era convinto di avere lasciato la figlia all’asilo e la moglie, dopo la tragedia, ha dichiarato che una cosa del genere può capitare a ciascuno di noi, perché non ci si ferma mai.

La guida del Ministero

Il Ministero della Salute ha disposto una specifica guida, per evitare che accadano tragedie di questo tipo. Sono più che altro dei consigli, che dovrebbero servire a rimediare ad eventuali dimenticanze. Per esempio, è importante lasciare i propri oggetti personali, come il cellulare, accanto al bimbo sul sedile posteriore e quelli del piccolo sul sedile anteriore. Sarebbe importante anche aiutarsi con dei promemoria sull’agenda o sul cellulare e chiedere anche alla responsabile degli asili nido di telefonare, in caso ci si accorga che il bambino non sia stato accompagnato regolarmente. Il Ministero ricorda come possano essere davvero gravi i danni per un bambino esposti ai raggi solari. A risentirne è il sistema cardiocircolatorio, oltre a quello respiratorio e a quello nervoso. L’innalzamento della temperatura può arrivare anche in 20 minuti, conducendo alla morte nel giro di 2 ore.

CLICCA QUI PER VEDERE LA GUIDA DEL MINISTERO DELLA SALUTE

Le app per smartphone e tablet

Infant Reminder è un’applicazione gratuita per smartphone e tablet. Serve ad evitare di dimenticare il bambino sul seggiolino in auto. Il dispositivo emette dei segnali sonori durante tutto il viaggio, avvertendo in questo modo della presenza del bambino. Prima di iniziare a muoversi, l’utente attiva l’applicazione e inserisce l’indirizzo di destinazione. Viene avviata la navigazione e, di tanto in tanto, vengono inviati degli allarmi sonori. In prossimità della destinazione arriva un messaggio e l’applicazione continua a funzionare ancora oltre, per più di 10 minuti, in modo che non ci si dimentichi di nulla, in caso di distrazione. Tra l’altro possono essere inviati sms o e-mail ad un numero di telefono o ad una casella di posta elettronica, che sono stati precedentemente memorizzati. Per scaricare l’applicazione gratis, si può seguire questo link.

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Remmy, il CarBabyAlert, è un reminder, che va usato durante gli spostamenti in auto, per non incorrere nel pericolo di dimenticare il bambino in macchina. Emette un suono acustico, per segnalare la presenza del bambino, dal momento in cui fermiamo il veicolo. Il dispositivo va inserito nella presa accendisigari dell’automobile; inoltre c’è un sensore di presenza, che va immesso nella fodera del seggiolino. Con il motore acceso, il dispositivo emette tre bip nel caso in cui accidentalmente il sensore si dovesse spostare o il cavo di connessione che lega il dispositivo al sensore dovesse troncarsi. Si tratta, quindi, delle indicazioni di un’anomalia. Quando si spegne l’automobile, se il bambino si trova sul seggiolino, il reminder emette un segnale sonoro. Per informazioni, potete visitare il sito ufficiale.

Quei brevetti snobbati dalle aziende

I dispositivi di cui abbiamo parlato permettono di agire con sicurezza, ma non sempre le innovazioni in questo campo vengono accolte. E’ il caso dell’ingegner Luca Marano, il quale, qualche anno fa, ha depositato un brevetto che riguarda proprio uno strumento volto alla segnalazione della presenza di un neonato sul seggiolino. Il meccanismo di funzionamento è sempre lo stesso: si deve individuare se il bambino è sul seggiolino, si deve capire se il motore dell’auto è acceso o spento, si deve individuare la posizione del guidatore, grazie ad un portachiavi con allarme di allontanamento e, infine, si deve inviare un segnale sonoro sul portachiavi, per avvisare della dimenticanza.

Il dispositivo non è stato ancora prodotto, nonostante l’ingegnere abbia contattato 11 aziende. Queste ultime si sono comportate in maniera piuttosto bizzarra, adducendo varie motivazioni, per non dedicarsi alla produzione di un dispositivo del genere. C’è chi ha detto di non essere interessato, perché già in possesso di brevetti simili, c’è chi si è difeso, facendo riferimento all’assenza di un obbligo di legge, e infine c’è chi ha detto esplicitamente che nessuno comprerebbe un dispositivo del genere. Si tratterebbe, invece, di valutare l’aspetto etico della situazione, assicurando la possibilità anche di un intervento legislativo, che possa indirizzare in questa direzione.

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Redazione

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