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Diversi sono i casi di bambini maltrattati a scuola che sono arrivati alla ribalta della cronaca e che hanno scosso l’opinione pubblica. Cosa fare? La scuola viene considerata un luogo particolarmente sicuro e, quando i genitori affidano i figli agli insegnanti, mettono in atto un’azione di fiducia. È assurdo quindi aspettarsi che proprio i maestri si rivelino dei carnefici, commettendo degli atti di violenza nei confronti dei minori. Questi casi di cronaca colpiscono anche per questo, perché scuotono le coscienze e ci costringono a guardare in faccia la realtà, a riflettere ancora di più sulla natura umana.
E’ importante sempre tenere un dialogo con i figli, in modo da poter cogliere anche i più piccoli disturbi dell’umore, che costituiscono sempre la spia evidente di qualcosa che non va. Il comportamento giusto da compiere è quello di denunciare tutto alle autorità competenti territoriali, se si ha la certezza che in classe avvengano dei veri e propri maltrattamenti, sia psicologici che fisici. E’ sempre importante mantenere un atteggiamento di prudenza ed operare un confronto anche con gli altri genitori. I casi di abusi nella scuola hanno fatto molto parlare, hanno riempito le pagine dei giornali, hanno suscitato reazioni da parte di tutti. In particolare alcuni episodi che non possono essere dimenticati. Vediamo quelli più eclatanti.
I casi più clamorosi
TARANTO – Due maestre di 46 e 47 anni di una scuola dell’infanzia hanno ricevuto l’interdizione dalla professione. Il tutto sarebbe da rapportare al loro comportamento, perché avrebbero maltrattato dei bambini di età fra i 3 e i 5 anni. Le insegnanti avrebbero percosso i bimbi e avrebbero usato nei loro confronti un linguaggio offensivo e mortificante. Le prove sono state raccolte in seguito all’indagine della polizia, che avrebbe installato delle telecamere nascoste all’interno dell’aula. Gli accertamenti sono stati necessari in seguito ai racconti dei più piccoli, che hanno riferito ai genitori di non volere andare più a scuola, perché non volevano essere più picchiati.
VIGEVANO – Un professore della scuola Bussi di Vigevano è stato accusato, perché avrebbe inflitto ad un alunno una punizione molto particolare. Il ragazzo sarebbe stato costretto ad inginocchiarsi davanti ai suoi compagni, perché si era reso colpevole di aver insultato una compagna. Il docente rischia un provvedimento disciplinare da parte del Provveditorato agli studi. Intanto già gli alunni della classe in questione sono stati sentiti. Il dirigente scolastico si è espresso chiaramente su questo caso, parlando di metodi educativi assolutamente non ammessi. i genitori avevano già denunciato delle strategie educative piuttosto curiose, come, ad esempio la costrizione di schiaffeggiarsi a vicenda. Saranno gli organi scolastici a chiarire la situazione.
TREPUZZI – Nel maggio scorso una maestra della scuola materna di Trepuzzi, in provincia di Lecce, avrebbe costretto un bambino di tre anni ad ingerire una polpetta, dopo che il bimbo, non ancora capaci di tenere il cucchiaio in mano, l’avrebbe fatta cadere a terra. La maestra avrebbe usato violenza nei confronti del bambino, tempestandolo di schiaffi. La donna aveva già dei precedenti, perché in passato erano stati presentati degli esposti contro di lei.
PALOSCO – Nell’aprile del 2012 è venuto fuori un caso di pedofilia perpetrata fra le mura di una scuola elementare. A Palosco, nella bassa bergamasca, un maestro di 63 anni avrebbe abusato sessualmente di un alunno nello spazio previsto da un laboratorio. I fatti sarebbero stati confermati dalle immagini riprese da delle microtelecamere. Grande è stata la frattura fra la fiducia dei genitori e l’istituzione educativa. D’altronde l’insegnante aveva 38 anni di carriera, che non sembravano nascondere alcun tipo di ombra.
BAGNOLO DI PO – Nel febbraio del 2012 è esploso il caso di Bagnolo di Po, in provincia di Rovigo. Qui i genitori si sono insospettiti, perché bambini tornavano a casa dall’asilo molto agitati. Alla fine si è scoperto che la maestra sarebbe stata colpevole di scatti d’ira e di violenze perpetrate ai danni dei più piccoli. Avrebbe commesso dei comportamenti aggressivi, dando calci, schiaffi e strattoni e facendo battere la testa sul banco ai bambini. La donna è stata accusata per maltrattamenti.
MESSINA – Nel 2011, presso la scuola elementare Luigi Boer, un’insegnante di matematica di 62 anni è stata sospesa dal servizio, perché picchiava i suoi alunni di sette anni, appellandoli con epiteti ingiuriosi, come “deficienti”, “cretini” e pecoroni. Inoltre la donna avrebbe tirato ai bambini le orecchie e i capelli. Sono stati gli stessi bambini ad esprimere il loro disagio attraverso dei disegni particolari, che hanno realizzato sotto la guida di una psicologa.