Un giovanissimo paziente di 4 anni è stato curato con successo dalla leucemia linfoblastica acuta al Bambin Gesù di Roma con un metodo innovativo, utilizzato per la prima volta sul nostro suolo. Refrattario a ogni altra terapia, il piccolo è stato infatti trattato con un’infusione di cellule che dopo essere state prelevate dall’organismo sono state riprogrammate nei laboratori e re-immesse. Ora, nel midollo, ogni traccia di cellula leucemica è sparita.
Una tecnica al centro di uno studio accademico dell’Ospedale pediatrico di Roma (Opbg), promosso da AIRC, Ministero della Salute e Regione Lazio che offre un approccio innovativo alla cura delle neoplasie oltre che muovere importanti passi nella direzione di una medicina personalizzata e più efficace.
Come avviene questo metodo? Tutto viene spiegato al meglio e in modo molto più comprensibile attraverso l’immagine diffusa dallo stesso Ospedale. Dal paziente vengono estratti i linfociti T con un prelievo, successivamente, il DNA delle cellule viene modificato nel laboratorio inserendo un recettore (chiamato CAR) che consente loro di andare ad attaccare le cellule leucemiche. Inoltre, viene aggiunto un gene suicida per prevenire eventuale effetti collaterali, che può essere attivato in seguito. Queste cellule modificate vengono dunque fatte proliferare in laboratorio per essere re-infuse nel paziente dove saranno subito pronte a combattere le cellule tumorali, eliminandole del tutto come nel caso di Roma.