Atterrato a Parigi dopo un lungo viaggio, un bambino di 8 anni è stato bloccato dalla polizia francese all’aeroporto Charles de Gaulle di Parigi-Roissy ed è in stato di fermo da 11 giorni. Proveniente dalle Isole Comore, sembra che ad imbarcare solo il piccolo sia stata la madre. Il bambino, in viaggio con il passaporto del cugino, avrebbe dovuto raggiungere la zia che vive a Parigi e che il 21 marzo si trovava all’aeroporto in attesa dell’arrivo del nipote. Alla vista del passaporto di un’altra persona, le autorità hanno bloccato il minore e lo hanno trattenuto.
A denunciare l’accaduto l’associazione La Voix de L’enfant, il bambino si trova nell’area destinata alle persone prive di documenti che non possono essere ammesse in Francia. Il massimo dello stato di fermo secondo la legislazione francese è di 20 giorni dopodiché, qualora non ci fossero i presupposti per far entrare il bambino nel Paese, si applica il rimpatrio. Isabelle Thieuleux, avvocato dell’associazione La Voix de L’enfant, ai microfoni di TV5 cita la Convenzione Internazionale dei diritti dei bambini secondo cui nessun minore “può essere privato della libertà illegalmente o arbitrariamente” e che qualsiasi tipo di detenzione deve essere soltanto “l’ultima risorsa”, dunque accusa la Francia di violarla. Le autorità transalpine tranquillizzano: “il bambino è in un’area dove ci sono anche dei giocattoli”, mentre l’ufficio stranieri in Francia assicura: “l’amministrazione sta facendo del suo meglio”.
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