Il piccolo Domenico Bandieramonte era stato ricoverato all’ospedale di Catania il 4 luglio scorso. Da lì il trasferimento in altri nosocomi dell’isola, fino alla drammatica notizia della sua morte all’ospedale pediatrico di Taormina.
Secondo i familiari, il bambino sarebbe stato contagiato da un batterio in ospedale, che ne avrebbe causato la morte.
La salma del piccolo Domenico Bandieramonte è stata sequestrata e affidata all’autorità legale. Nei prossimi giorni potrebbe essere disposto l’esame autoptico per accertare le cause del decesso.
L’odissea del piccolo Domenico Bandieramonte
È arrivato all’ospedale San Marco di Catania il 4 luglio scorso, con i sintomi tipici di un virus intestinale.
Lì gli è stato applicato un sondino, che, almeno secondo il racconto dei suoi familiari, sarebbe stata la causa di quanto poi accaduto nei giorni seguenti.
Il piccolo Domenico Bandieramonte, 4 anni e due occhioni castani in cui perdersi, è morto la notte tra il 13 e il 14 luglio per un edema cerebrale.
Prima di morire, il bambino è stato trasferito dall’ospedale San Marco di Catania al Policlinico della stessa città, e infine all’ospedale pediatrico San Vincenzo di Taormina, dove poi è deceduto.
Sulla sua morte è stata aperta un’indagine, per accertare se a ucciderlo sia stato davvero un batterio e se, eventualmente, l’infezione sia stata contratta in ospedale.
Sono due le Procure – quella di Messina e quella di Catania – che si occuperanno della vicenda del piccolo Domenico, morto il giorno dopo il compimento dei 4 anni.
La salma del piccolo Domenico è stata posta sotto sequestro e nei prossimi giorni potrebbe essere disposto l’esame autoptico sul corpo del bambino.
Lasciato solo in un letto d’ospedale
A fare ancora più male in una vicenda che basterebbe già di per sé a scalfire l’umana comprensione del dolore, è anche la consapevolezza che il piccolo Domenico se ne sia andato senza l’abbraccio di una mamma.
Mentre Ambra Cucina si batteva fuori dall’ospedale, chiedendo l’attenzione che meritava, il figlio di appena 4 anni era solo in quella stanza, tra sondini e infermieri, mentre i medici provavano a strapparlo alla morte.
Nulla avrebbe potuto cambiare la presenza di sua madre o di un volto a lui caro, ma certamente avrebbe potuto alleviare il dolore di un bambino, già così provato fisicamente.
Ambra Cucina ora chiede giustizia “per Domenico e per tutti i bambini che non l’hanno avuto”.
Secondo i familiari quello del piccolo sarebbe un caso di malasanità, ma saranno gli accertamenti del caso a dire davvero cosa sia accaduto.