Il cda di Carige ha dato il via al piano di rafforzamento patrimoniale dell’istituto. Si è deciso per una ricapitalizzazione da 500 milioni e la valorizzazione di attività per 200 milioni, inclusa la cessione di immobili. La ricapitalizzazione di Carige dunque, è superiore a quanto era stato annunciato nel piano del febbraio scorso (450 milioni).
Il cda di Carige ha inoltre deciso di cedere Creditis (crediti al consumo), alcuni immobili e il ramo d’azienda del recupero crediti e servizi di incasso (Pos). In generale, la situazione di Carige non è affatto semplice ed è stato proprio il neo-amministratore, Paolo Fiorentino, a parlare di ‘situazione complessa’ nella lettera scritta ai dipendenti. Ma il piano d’azione messo a punto per convincere Bce e Bankitalia, secondo le alte sfere della banca dei liguri, è capace di consentire una certa tranquillità ai suoi amministratori.
Secondo quanto riportato da Repubblica, Carige ha necessità urgente di liberarsi (ovvero ‘deconsolidare’) di 3,4 miliardi di crediti deteriorati, un enorme peso che sta letteralmente schiacciando i tentativi di ripresa della banca, riducendola con conti costantemente in rosso. Successivamente, ma sempre in tempi molto brevi, si dovrà pensare al deconsolidamento degli altri 2,4 miliardi di crediti deteriorati, per i quali in un primo momento avevano pensato a una società-veicolo, copia del capitale di Carige, ma che ora potrebbe invece servirsi di nuovi modelli.
Ma l’aspetto prioritario per Carige, rimane al momento il rafforzamento patrimoniale con una cifra che ora sembra oscillare fra i 600 e i 700 milioni, a cui si aggiungerà la valorizzazione di altri asset, il patrimonio immobiliare, le partecipazioni azionarie (il 20,6% di Autostrada dei Fiori, valore 67 milioni), nonché il surplus di quota Bankitalia ancora in carico a Carige.