Come funziona il banco dei pegni? Il prestito su pegno è una pratica in uso da molto tempo, e in questo periodo di crisi economica in Italia è tornata in auge. Già nei decenni passati si usava “impegnare” ori, immobili o effetti personali in cambio di soldi in contanti, necessari a far fronte alla vita quotidiana. Il proprietario del banco offriva dei prestiti a breve termine a interessi molto alti. E oggi, ad offrire questo servizio sono anche gli istituti di credito, ovvero le banche. Con qualche garanzia in più per i cittadini.
Come si fa a impegnare i propri beni in caso di necessità? I cittadini oggi hanno più tutele rispetto al passato: il prestito su pegno è disciplinato da leggi specifiche che offrono maggiori garanzie sia al richiedente sia al finanziatore.
Anche in Italia, così come in Usa e in altri Paesi europei, si va affermando la pratica del prestito sul pegno, che permette anche a chi non ha una regolare busta paga di accedere rapidamente al credito.
A queste nuove esigenze di mercato si stanno adeguando sempre più anche istituti bancari che non hanno difficoltà ad accettare beni materiali come garanzia.
Come funzionano i prestiti su pegno?
Alcuni istituti di credito italiani (sono 40 e sono tutte soggette al controllo della Banca d’Italia) erogano prestiti su pegno, che vengono accordati ai cittadini maggiorenni solo per cifre inferiori ai 3mila euro e per la durata inferiore ai dodici mesi. Bisogna essere in possesso di un valido documento d’identità e del codice fiscale, e con sè bisogna avere la certificazione del valore del bene che s’intende impegnare. Oltre a ciò non vengono richiesti ulteriori requisiti. Anche se l’erogatrice dei fondi è un’azienda privata e non una banca, dopo aver fatto domanda bisogna attendere i tempi tecnici per accertare la provenienza legittima del bene, e per la stipula della polizza pegno al portatore, una garanzia che permette al richiedente di riscattare il bene una volta estinto il debito.
Scadenza
Si tratta di un sistema aperto anche a coloro che hanno subìto dei protesti, dato che non è richiesta alcuna indagine patrimoniale. La maggior parte degli istituti accetta solo oggetti preziosi che mantengono un valore inalterato nel tempo. Sono prediletti oggetti in oro e argento. Le condizioni, ovviamente, dipendono da banca a banca. Alla scadenza del periodo si può rinnovare l’operazione pagando gli interessi in seguito, mentre la custodia è saldata in anticipo. Volendo è possibile anche saldare anticipatamente il debito, con pagamento di una penale. Ad ogni modo, scaduti i termini, il proprietario del bene può estinguere il prestito o l’oggetto verrà venduto all’asta.
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