Bandiera nazista a Firenze, il carabiniere: ‘Una leggerezza, sono appassionato di storia’

bandiera neonazista

[didascalia fornitore=”altro”]La bandiera usata dai neonazisti nella caserma dei Carabinieri a Firenze[/didascalia]

Si difende il giovane carabiniere che ha appeso nella camerata della caserma Baldissera del Battaglione Carabinieri Toscana a Firenze una bandiera nazista, vessillo del secondo Reich usata oggi dai gruppi neonazisti per evitare di incorrere nel divieto di mostrare la svastica. Secondo quanto riporta la stampa locale, ne avrebbe parlato con i suoi commilitoni e si sarebbe trattato di una “leggerezza”. Anche l’immagine di Matteo Salvini con il mitra in mano sarebbe un fotomontaggio tratto da un videogame parodia popolare in rete. Nel frattempo, le indagini della Procura Militare proseguono e potrebbero arrivare delle sanzioni per il militare.

Il caso ha suscitato sdegno e polemiche sul web e non solo. L’immagine è stara divulgata da ilsitodifirenze.it: nella sequenza si vede la bandiera appesa al muro della camerata (che non è singola) della caserma fiorentina affacciata sul Lungarno. Si tratta non della bandiera nazista ufficiale, ma quella della Marina da guerra tedesca (Reichskriegsflagge), issata per la prima volta il 1° ottobre 1867 dalla Confederazione del Nord e confermata dalla costituzione federale dell’Impero il 20 marzo 1871 e che oggi viene usata dai gruppi neonazisti per ovviare al divieto di mostrare la svastica.

“Non sapevo che quel vessillo fosse un simbolo dei neonazisti”, ha raccontato il 24enne, in fermo volontario da un anno, al Corriere della Sera. “Sono un appassionato di quel periodo storico, non sapevo che fosse un simbolo degli estremisti. Chiedo scusa se ho violato i regolamenti”, ha insistito, rivelando di essere iscritto alla facoltà di Storia de La Sapienza e di volersi laureare lavorando.

La sua difesa verte dunque sul fatto che la bandiera non è quella del Terzo Reich con la svastica ma un vessillo usato dalla Marina fin dal secolo precedente. In particolare, il suo riferimento sarebbe l’ufficiale della Marina Hans Wilhelm Langsdorff, comandante della Admiral Graf Spee suicidatosi nel 1939 perché in disaccordo con Adolf Hitler.

In realtà, la figura dell’ammiraglio tedesco è molto controversa: il vero motivo del suicidio è legato alla battaglia del Rio de la Plata quando preferì affondare la nave in suo comando per non farla cadere in mano nemica. Le sue ultime parole, affidate a una lettera all’ambasciatore tedesco a Buenos Aires, furono chiare: “Posso solo provare con la mia morte che i militari del Terzo Reich sono pronti a morire per l’onore della bandiera. Io solo ho la responsabilità di aver fatto affondare l’Admiral Graf Spee. Sono felice di pagare con la mia vita per ogni possibile riflesso sull’onore della bandiera. Affronterò il mio destino con ferma fede nella causa e nel futuro della nazione e del mio Führer

Per di più, la bandiera è usata dai neonazisti di oggi: per questo, la ministra della Difesa Roberta Pinotti, ha chiesto al comandante generale dell’Arma, il generale Tullio Del Sette, chiarimenti rapidi e provvedimenti rigorosi.

Anche l’immagine di Salvini con il mitra sarebbe presa dal videogioco “Call of Salveenee“, parodia del più noto “Call of Duty” in cui il segretario leghista viene rappresentato come un eroe padano che deve liberare i Marò.

Il procuratore militare, Marco De Paolis, che sta indagando sul caso, ha dichiarato di non aver “nulla che faccia pensare alla violazione di una norma penale militare”, parlando di un problema “più dal punto di vista culturale e disciplinare, anche se probabilmente non è stato commesso alcun reato militare”. “Ho dato comunque disposizioni affinché si verifichi se invece vi siano gli estremi per configurare un reato”, ha concluso.

Il militare potrebbe ricevere una sanzione che va dal richiamo alla consegna con rigore: al momento non si dovrebbe profilare l’ipotesi della sospensione.

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