Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama è arrivato a Hiroshima a bordo di un elicottero, intorno alle 17 locali (le 10 in Italia). E’ un appuntamento storico dal momento che è il primo premier statunitense a fare visita alla città nipponica dove il 6 agosto del 1945 l’aeronautica militare USA sganciò la bomba atomica su Hiroshima – seguita tre giorni dopo dal lancio da quella su Nagasaki – provocando la morte di oltre 250mila persone, quasi tutte civili.
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Fu la prima volta che venne usata un’arma di distruzione di massa dai risvolti così catastrofici: morirono oltre 250mila persone, e la ferita provocata in tante generazioni di uomini e donne non è destinata a rimarginarsi facilmente. Eppure Barack Obama, nel suo omaggio alle vittime, non porgerà le sue scuse per quanto accaduto. Una scelta diplomatica che in molti contesteranno, ma che non poteva essere diversa. Perché? I motivi sono diversi, uno su tutti è per non creare un precedente imbarazzante, dato che se il presidente degli Stati Uniti chiede scusa, dovrebbe poi farlo ogni volta che si conclude una guerra sferrata a qualche Paese (si ricordi ad esempio la recente guerra in Iraq).
Nella nota di Tokyo si legge però ”Apprezziamo la visita dal profondo del nostro cuore. Questo è un passo importante verso l’eliminazione delle armi nucleari nel mondo. È più importante guardare avanti per chiedere perdono”. Va detto che nemmeno il Giappone ha chiesto scusa per l’attacco di Pearl Harbor nel 1941, che provocò l’ingresso degli Usa nel conflitto. Ma non stupisce tale decisione, dato che all’opinione pubblica giapponese buddhista e scintoista, il concetto del “chiedere scusa” per colpe di predecessori non piace, dato che ognuno è responsabile delle proprie azioni.
Durante una breve cerimonia alla presenza del presidente Shinzo Abe, quindi, Obama si è limitato a portare un omaggio floreale tenendo un discorso in onore delle vittime al Parco della Pace, davanti al cenotafio, il monumento sepolcrale che ricorda i caduti, e che ha come sfondo il ‘Gembaku Domu‘, la cupola rimasta in piedi dopo la tragedia. Come anticipato in una nota dalla Casa Bianca, il discorso del presidente, dove si ribadisce che gli attacchi nucleari al Giappone portarono alla sua resa e alla fine della Seconda guerra mondiale, non contiene scuse. Ecco di seguito parte del suo discorso.
”La guerra fa parte della storia dell’uomo ma abbiamo imparato che non dobbiamo utilizzare gli strumenti che abbiamo fabbricato per far del male”, sono state le parole del presidente Usa Barack Obama al Memoriale della Pace di Hiroshima in omaggio alle vittime dell’attacco nucleare. ”Una mattina luminosa di 71 anni fa la morte è caduta dal cielo e il mondo è cambiato per sempre. Un lampo di luce e un muro di fuoco hanno distrutto una città e hanno mostrato che l’umanità era in possesso degli strumenti per autodistruggersi”. E poi ancora: ”Il ricordo del 6 agosto 1945 ci permette di andare avanti e di immaginare quello che accadrà, ci permette di cambiare” come “eliminare l’esistenza delle armi nucleari”. ”Ogni atto violenza delle nazioni ci dimostra che il nostro lavoro non è ancora finito. Forse in una vita non saremo in grado di eliminare tutti gli armamenti nucleari e non bloccheremo tutte le catastrofi nel mondo, ma dobbiamo fare di tutto per distruggere gli armamenti o per bloccare gli acquisti da parte di fanatici di queste armi. Ma questo non è e non sarà mai abbastanza. In tutto il mondo le bombe e i fucili creano morte. Dobbiamo cambiare modo di pensare per bloccare conflitti e usare la diplomazia”, ha continuato Obama.
”Siamo qui in questa città nel punto in cui esplose la bomba, per ricordare tutti gli innocenti vittime di quella guerra e di quelle che verranno. La nozione centrale è che siamo un’unica grande famiglia. È per questo che siamo qui a Hiroshima , ha conlcuso Obama – ”Quelle persone che sono morte 71 anni fa sono esattamente come noi. Le persone semplici comprendono cosa dico: nessuno vuole la guerra. Vorrebbero che il progresso della tecnologia fosse concentrato su altre cose Il mondo è stato cambiato per sempre proprio qui, ma oggi i bambini di questa città potranno affrontare questa giornata in pace. Sono protetti e questa protezione deve essere estesa a tutti i bambini. È un futuro in cui Hiroshima e Nagasaki possano essere simbolo della nostra rinascita morale”.
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