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Barbara D’Urso e Pupo, una storia di noi due che finisce in tribunale, con la sconfitta della conduttrice: nel 2010, intervistato da Sky cui aveva concesso di usare “La storia di noi due” per uno spot, il cantante aveva spiegato che la canzone era dedicata alla conduttrice Mediaset con cui Enzo Ghinazzi, questo il vero nome di Pupo, aveva avuto un flirt. Storia smentita dalla D’Urso, che aveva chiesto 50.000 di risarcimento: ma il giudice Silvia Albano ha detto no.
Il 2010 è stato l’anno del flirt (di 30 anni prima) tra Barbara D’Urso e Pupo: a cominciare lui, spiegando di aver dedicato La storia di noi due “ad una grande donna di Mediaset che fa la conduttrice e con cui ho avuto un flirt: Barbara D’Urso. Io l’ho scritta, parole e musica, per lei, è stato un momento in cui le ho dedicato questa canzone e questa è la prima volta che lo dico, ma è così. Quando l’ho scritta Barbara era come Cassano vero, ora è Cassano finto”.
Era seguita la smentita di lei: prima con una battuta al vetriolo (“Sì come no, e in quel periodo stavo anche con Bombolo e Alvaro Vitali“), poi con la richiesta di 50.000 euro di risarcimento: “L’intervista – sostiene la conduttrice – aveva dato luogo a diversi articoli di gossip ed aveva danneggiato gravemente la propria reputazione e riservatezza“.
Ma il giudice Silvia Albano ha respinto la richiesta, condannando la D’Urso a pagare quattromila euro di spese processuali: “La dichiarazione relativa all’esistenza di una breve relazione tra i due – è scritto nella sentenza – non può avere alcun contenuto diffamatorio o lesivo dell’onore dell’attrice perché la stessa nel medesimo contesto viene definita una grande donna tanto che ha ispirato la sua canzone d’amore. Né può ritenersi che abbia carattere gratuitamente offensivo l’allusione al Cassano vero e al Cassano finto, trattandosi di un inoffensivo scherzoso paragone con il tema della trasmissione sportiva”.
Peraltro, sempre secondo la giudice Albano, D’Urso è un personaggio pubblico e Pupo non ha rivelato alcun aspetto intimo della relazione, mentre “riveste senz’altro interesse, per un certo pubblico, conoscere il soggetto che ha ispirato la composizione artistica”.
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