Barcellona: il museo egizio preso di mira dagli attivisti, imbrattata una mummia

Gli attivisti ambientali continuano le loro proteste attaccando i musei e le opere d’arte di tutto il mondo: stavolta è il turno del Museo Egizio di Barcellona. Ecco cosa è successo.

Sala del museo egizio a Barcellona
Sala del museo egizio a Barcellona – Nanopress.it

Continuano le battaglie e le proteste degli ambientalisti, manifestanti che fanno gesti estremi per urlare al cambiamento climatico.

In questi mesi, abbiamo sentito spesso di opere d’arte deturpate nei più importanti musei del mondo e ora, da qualche ora, arriva la notizia che anche Barcellona è stata “attaccata”. Una coppia di attivisti ha imbrattato una mummia nel Museo Egizio, ecco cosa è successo.

Ambientalisti al Museo Egizio: pittura sulle opere per rappresentare il sangue

Gli eco attivisti continuano a colpire: stavolta parliamo di due componenti del gruppo chiamato Extincio Rebellio Futuro Vegetal, un gruppo spagnolo molto noto nell’ambiente.

Attivisti contro il cambiamento climatico
Attivisti contro il cambiamento climatico – Nanopress.it

In queste ore, due rappresentati del gruppo hanno colpito nel Museo Egizio di Barcellona, dove sono conservati numerosi e importanti reperti dell’Antico Egitto.

I due hanno preso di mira, in particolare, la replica di una mummia di un Faraone, tra l’altro proprio contemporaneamente all’incontro dei leader mondiali a Sharm El-Sheik, per il vertice Cop27 che affronta proprio il problema del clima.

Gli attivisti sono entrati nel Museo passando inosservati, ma una volta arrivati vicino al reperto della mummia hanno cominciato a versare del liquido, su tutte le vetrine e le cornici.

Hanno poi utilizzato del succo di barbabietola per simulare il sangue e un altro liquido, per ricordare la benzina. I due eco attivisti hanno poi mostrato uno striscione che, inoltre, criticava apertamente il brand Coca Cola, che ha sponsorizzato appunto il Cop 27.

Questo perché, secondo una dichiarazione fatta dal gruppo ambientalista su Twitter, la Coca Cola è la numero uno al mondo per inquinamento da plastica, quindi per loro scelta proprio sbagliata come sponsor per la manifestazione in Egitto.

Inoltre, sullo striscione, la protesta continuava con un urlo disperato, sul fatto che la temperatura globale è aumentata di ben 2,5 gradi. 

Le altre proteste degli attivisti ambientali

In questi mesi in particolare, ma spesso accadono in tutto il mondo, le proteste dei gruppi ambientalisti sono aumentate a dismisura.

Nello specifico, in molti stanno prendendo di mira musei e opere d’arte, proprio come i due ambientalisti di Barcellona.

Tutto è iniziato, pare, a maggio quando al Louvre di Parigi due attivisti hanno lanciato una torta sulla Gioconda di Leonardo Da Vinci. Il tutto poi ha preso una piega molto seguita da altri gruppi attivisti, che hanno continuato.

A luglio musei inglesi presi di mira dal gruppo Just Oil, proteste anche in Italia, agli Uffizi, poi a Milano al Museo del ‘900.

Nell’ultimo periodo, ci sono stati due casi simili a Roma, dove è stato attaccato un famoso quadro di Van Gogh.

Da come riportano i portavoce ufficiali dei gruppi di attivisti, il loro comportamento scaturisce dal fatto di voler creare un disagio, talmente forte da sensibilizzare i leader mondiali e i cittadini alla salvaguardia dell’ambiente.

Molte però le polemiche che sorgono attorno a questi avvenimenti: non si scaturisce nel vandalismo prendendo di mira grandi opere d’arte?

Gli ambientalisti rifiutano questo termine, precisando che il loro è solo un grido d’allarme, che deve servire a salvare il Pianeta.

 

 

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