Segretissimi trust offshore di Roman Abramovich detenuti in Europa svelati dal Guardian.
Le manovre sul patrimonio poco prima che la Russia invadesse l’Ucraina e poco prima delle sanzioni di UE e Regno Unito.
Dove si trovano le ricchezze degli oligarchi russi? Difficile dirlo, ma sul patrimonio di Roman Abramovich oggi si sa qualche cosa in più. Grazie a un’esclusiva del Guardian, si apprende che il paperone era un importante cliente di Barclays a Monaco e UBS a Zurigo, in Svizzera. In queste due banche avrebbe detenuto infatti asset per un controvalore pari a almeno 940 milioni di dollari. Curiosamente, poco prima dello scoppio della guerra in Ucraina, l’oligarca ha repentinamente intestato gran parte della sua fortuna ai figli.
Il giornale inglese ha rivelato così i trust, non più segreti, detenuti dal russo offshore, in quanto le due filiali si trovano sul territorio europeo. I documenti trapelati che avrebbero fatto emergere questa evidenza fanno sorgere delle domande sul rapporto che le due banche hanno intrattenuto con Abramovich, in quanto l’uomo è stato in grado di riorganizzare il patrimonio poco prima che Unione europea e Regno Unito imponessero le sanzioni agli oligarchi russi. In particolare si tratterebbe di 10 trust la cui proprietà sarebbe stata trasferita ai figli dell’oligarca.
Le due banche avrebbero appreso del trasferimento degli asset finanziari da loro gestiti, l’ultima settimana di febbraio del 2022, quando la riorganizzazione era già stata completata. Dopodiché, il 10 marzo il governo britannico ha imposto le sanzioni a Abramovich perché sospettato di aver mantenuti stretti rapporti con Vladimir Putin. Cinque giorni dopo anche l’Europa ha fatto lo stesso. L’oligarca ha negato i legami con il presidente russo e si è appellato contro le sanzioni europee.
Quale è stata la reazione degli istituti di credito al trasferimento del patrimonio? Hanno permesso ai figli di beneficiare degli asset? Sono domande a cui per il momento non c’è risposta. Sembrerebbe che Barclays avesse preso atto delle modifiche apportate, mentre UBS avrebbe cercato di impedire il tentativo di trasferimento a beneficio dei figli. Entrambe le banche non hanno voluto commentare la vicenda dei fondi, né hanno confermato che l’oligarca fosse loro cliente. Nemmeno il miliardario russo o i suoi figli hanno per il momento rilasciato dichiarazioni sulla vicenda.
Secondo la legge che prevede sanzioni nel Regno Unito e nell’Unione europea, alla banca è richiesto di congelare gli asset se questi sono posseduti per il 50% o più da una persona sottoposta a sanzioni. Il congelamento può avvenire anche se la persona sanzionata ha meno del 50% ma esercita un controllo diretto o indiretto sugli asset.
Dopo l’invasione in Ucraina la Svizzera, in una decisione clamorosa, ha deciso di interrompere la sua tradizione di neutralità politica aderendo alle sanzioni europee, volte a punire la Russia. Anche il principato di Monaco ha seguito questa linea.
Un modo per evadere le sanzioni finanziarie è proprio quello di trasferire i benefici del patrimonio a parenti o soggetti di fiducia. Tuttavia è controverso lasciar disporre questi soggetti degli asset, anche se non si tratta di persone sottoposte a sanzioni.
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