La Federazione internazionale di Nuoto ha sospeso Paolo Barelli per un periodo di due anni.
Il deputato di Forza Italia ha replicato che farà ricorso e vincerà perché le accuse che gli sono state rivolte sono infamanti.
Il presidente della Federazione italiana nuoto e deputato di Forza Italia, Paolo Barelli, era già stato sospeso in via provvisoria per presunti illeciti, ora le accuse sono state confermate e il blocco è stato prolungato a un periodo di due anni.
“è assurdo, farò ricorso alla corte arbitrale dello sport contro questa decisione che non ha assolutamente senso”.
Il Panel Etico della Fina ha preso questa decisione all’unanimità, ovvero: Barelli non potrà prendere parte ad attività legate all’acqua sotto l’egida della Fina o dei suoi membri.
“vincerò questa battaglia. mi opporrò con tutte le mie forze a una sentenza priva di fondamento, infamante e con ripercussioni sul mio lavoro in ambito sportivo ma anche politico. nego ogni addebito”.
Barelli è stato escluso per 24 mesi dalle attività sportive a causa delle indagini portate avanti dal Gruppo Etico Fina in merito a diversi illeciti e tale provvedimento è entrato in vigore dal 14 settembre scorso.
Si tratterebbe di presunte violazioni delle regole della Costituzione Fina e del Codice Etico, soprattutto la sottoscrizione unilaterale di un addendum a un contratto tra Ligue Européenne de Natation e Federnuoto, che avvantaggerebbe quest’ultima fra 500mila e 1 milione e 500mila euro.
Ancora, sotto la lente di ingrandimento è finita la pretesa di spese per oltre 495mila euro da parte del Comitato Olimpico Italiano per conto della Fin, anche se queste erano già state pagate dal Ministero dell’Economia.
Dopo di diverse audizioni e accuse, si è decisa l’interdizione di Barelli e come emerso dai dettagli di questa vicenda che interessa appassionati di sport e non solo, tutto ha inizio nel 2014.
In quell’anno il Coni mosse alla Fin, di cui il deputato è presidente, accuse con oggetto i rimborsi per lavori agli impianti di nuoto del Foro Italico. Tali procedimenti però sono stati archiviati due anni dopo perché non sono stati definiti come reati, ora però la stessa Corte che si pronunciò, ha riesaminato il tutto decidendo che entrambi le parte, sia Fin che Coni, sono sanzionabili.
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