È Ratmir Nagimyanov il giovane russo morto a Chamonix in seguito a un incidente avvenuto durante un lancio con tuta alare; è il 35esimo caso di schianto fatale dall’inizio dell’anno (cinque proprio nella località francese che l’anno scorso aveva visto 2000 “tuffi”) per una delle discipline più pericolose del panorama degli sport estremi. Secondo le ricostruzioni della polizia che ha raccolto le testimonianze sul posto e dopo i rilievi della scientifica, l’atleta ha prima sbattuto contro un pendio e poi ha terminato la fatale caduta contro un’abitazione di tre piani recentemente realizzata, ma non ancora abitata. Erano le ore 13 e il russo si era gettato dall’Aguille du Midi (3842 metri) sul massiccio del Monte Bianco, dopo aver preso una funivia.
Una vera lista del terrore quella che da inizio 2016 ha visto ben 35 atleti perdere la vita durante lanci con la tuta alare: un rischio consapevole, come tutti gli sport estremi, ma che presenta purtroppo una percentuale di incidenti piuttosto alta, vista la delicatezza di questa specialità. Molti morti erano professionisti anche piuttosto famosi, a dimostrazione che il margine d’errore è molto basso e non ammette repliche. Ad esempio l’italiano Armin Schmieder che peraltro era deceduto in diretta Facebook avendo dimenticato l’app aperta in diretta live. Ricordiamo che l’’attività dei base jumper è regolamentata sin dal 2013. Nel caso del russo, il fatto è avvenuto a Chamonix, nell’Alta Savoia francese dopo il lancio dalla vetta dell’Aiguille du Midi (3.800 metri).
L’atterraggio 3000 metri di altitudine più in basso, ma qualcosa è andato storto e Nagimyanov ha prima impattato contro il pendio roccioso e poi ha terminato la sua fatale caduta contro un’abitazione, morendo sul colpo. Lo schianto ha generato un rumore che è stato udito dalla popolazione del posto, che ha subito avvertito la polizia locale, la Peloton Gendarmerie de Haute Montagne (PGHM). Il vice-sindaco Jean-Louis Verdier ha sottolineato la pericolosità dell’evento, visto che avrebbe potuto colpire passanti. Lo stesso Nagimyanov si era espresso più volte a proposito della pericolosità del suo stesso sport.
Su Facebook aveva infatti ammonito chi si gettava con la tuta alare senza l’adeguata preparazione e esperienza: “Quando voli a una velocità di 250 km orari e a 2-3 metri di distanza da terra, è difficile vedere tutti gli ostacoli. Se c’è qualche ostacolo che non ha considerato, è possibile che tu non lo veda o che non abbia il tempo per reagire”. Infine, una frase che sa di premonizione: “Quando stai per uscire sei a tu per tu con la tua paura: non dimenticarti di salutare prima di saltare”.