Kobe Bryant era già nella storia dell’NBA e nel gotha del basket, ma da ieri sera lo è ancora di più dato che ha superato ufficialmente un mito come Michael Jordan nella classifica dei punti messi a segno in carriera. A cinque minuti e ventiquattro secondi dalla sirena dell’intervallo, l’uomo simbolo del Lakers ha infilato il tiro libero dalla lunetta che gli ha consentito di sorpassare His Airness, poi ha messo a segno un totale di 26 punti che – ancora una volta – sono risultati decisivi per la vittoria dei Los Angeles contro Minnesota, la terza di fila. E ora si lancia alla rincorsa delle prime due posizioni del podio.
Era atteso il punto storico ed è arrivato: certo, dalla lunetta e non da tre punti, ma poco importa perché dimostra quanto Kobe Bryant sia uno dei giocatori più completi mai visti sul parquet dell’NBA. Alla fine del match vinto dai suoi Lakers per 100 contro 94 di Minnesota, il Black Mamba è stato al centro dei festeggiamenti del Target Center che ha immediatamente reso omaggio a Kobe che dopo aver infilato il tiro libero è stato portato in trionfo da compagni e avversari, ha abbracciato il coach Byron Scott che è stato fondamentale per il suo approdo in NBA nel “lontano” 1996 sempre con i Lakers. Quel tiro libero era il 32.393esimo punto in carriera, uno in più di quello che è sempre stato il suo mito e miraggio da inseguire e che ora si fa da parte per accoglierlo nel ranking all-time. Ecco il video con il punto decisivo e il festeggiamento intorno a Bryant.
Kobe ha poi affermato: “Mi ha fatto davvero tanto piacere l’omaggio che mi hanno riservato. Considero Jordan un fratello maggiore che mi ha insegnato tante cose: ho scalato il Monte Everest e ho parlato con la divinità che vive sopra“. Ma da grande professionista non si è poi distratto e ha continuato a mettere a segno canestri come se fosse una partita uguale a tante altre e alla fine è risultato decisivo con i suoi 26 punti, dei quali 10 negli ultimi cinque, decisivi, minuti di gara. Ora i prossimi obiettivi sono parecchio distanti, ma non impossibili sulla carta, soprattutto contando che Kobe ha 36 anni e, pur arrivando da un grave infortunio alla caviglia, può giocare anche fino a 40 anni. Forse Karl Malone, secondo con 36928 punti, è più abbordabile, mentre il primatista Kareem Abdul Jabbar con 38.387 sembra davvero lontanissimo. Ma mai dire mai con Kobe.