Basta case colabrodo: già il titolo è tutto un programma. Parliamo del dossier di Legmbiente rilasciato qualche settimana fa che analizza lo stato della situazione degli edifici in Italia, e allo stesso tempo avanza delle proposte per migliorare l’efficienza energetica. La lotta agli sprechi passa anche attraverso il risparmio in bolletta, e i cittadini hanno il diritto di conoscere le modalità per abbattere i costi di riscaldamento e raffreddamento delle proprie abitazioni, una cifra che può variare tra i 1500 e i 2000 euro l’anno e che si potrebbe ridurre fino al 50 per cento, senza intaccare ma anzi migliorando il comfort delle proprie case.
In occasione dell’undicesimo anniversario dell’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto, il dossier di Legambiente entra a gamba tesa sulle inefficienze e le debolezze della politica italiana riguardo l’efficienza energetica degli edifici, avendo recepito con estremo ritardo le direttive europee in materia, e con una frammentazione dei ministeri deputati ad occuparsi della questione che non fa altro che aumentare la confusione, con il risultato che i cittadini risultano essere scarsamente informati sulle norme e sul loro diritto ad essere edotti sul risparmio energetico. Il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini ha dichiarato a margine della presentazione del dossier come l’associazione ambientalista ‘abbia voluto sollecitare l’attenzione sul tema dell’efficienza energetica in edilizia, con l’obiettivo di sensibilizzare e rendere consapevoli i cittadini dei loro diritti. Perché nonostante le norme in vigore obblighino a rendere trasparenti le informazioni sui consumi per il riscaldamento e raffreddamento delle abitazioni, in gran parte del Paese queste informazioni sono negate o addirittura false, per cui continuiamo a vivere in case colabrodo, e senza poter sperare in alcuna opera di riqualificazione in tempi brevi visti i ritardi dei programmi di incentivo‘.
Edifici colabrodo: la situazione di città e regioni
Come in tutti i loro lavori di analisi, Legambiente è partito da una lunga e attenta fase di monitoraggio che ha coinvolto 45 città dislocate su tutto il territorio nostrano, confluite nel dossier sotto forma di oltre 500 tomografie, ovvero foto a raggi infrarossi, che hanno immortalato lo stato di salute di edifici pubblici e privati. Tra le criticità più comuni riscontrate, ad esempio vi sono problemi di isolamento termico nelle sedi dei ministeri, con dispersioni che provengono da pilastri e solai interpiano: è il caso dei palazzi in cui hanno sede la Regione Molise e l’Emilia Romagna, e analogamente anche nel palazzo dell’ente Enea. Diversi problemi anche nell’edilizia residenziale, in città quali Roma, Firenze, Bologna e Milano, ed anche realtà più piccole come Foligno, Pesaro, Pescara, Pisa: in tutti questi casi quello che fa maggiore specie è che si tratta di costruzioni relativamente recenti, a dimostrazione dunque di come si sia lavorato male in numerosi frangenti.
Le prestazioni energetiche in edilizia: normativa e controlli
Come abbiamo anticipato, l’Italia ha recepito con notevole ritardo le direttive europee sull’efficienza energetica in edilizia, e tra le pastoie e le lentezze burocratiche il governo ha deciso di ‘spacchettare’ le competenze tra ministero delle Infrastrutture, quello dello Sviluppo Economico e quello dell’Ambiente, senza alcuna cabina di regia, e non bisogna dimenticare l’importante ruolo che nel settore svolge l’Enea, ente pubblico preposto alle attività di ricerca e innovazione tecnologica nei settori dell’energia, dell’ambiente e delle nuove tecnologie: oggi giorno che si moltiplicano sempre più i modi alternativi di produrre energia, per essere al passo coi tempi bisognerebbe avere procedure snelle e chiarezza di obiettivi, cose che a un primo sguardo paiono difettare alla gestione italiana del settore. Lo dimostra una volta di più il fatto che il Fondo per l’Efficienza Energetica previsto dal decreto legge non è ancora accessibile, mentre sono andate sprecate, si legge ancora nel dossier, le risorse stanziate per gli anni 2014 e 2015. Ancora al palo anche il programma di miglioramento delle prestazioni degli edifici, sia pubblici che privati, e il piano di informazione e formazione sull’efficienza energetica affidato all’Enea, mentre l’unica buona notizia è lo sblocco del Conto Termico, ovvero gli incentivi per sostituire impianti di riscaldamento obsoleti ed inquinanti con tecnologie di nuova generazione.
La situazione è carente anche sotto il profilo dei controlli, che spettano per legge alle Regioni: ma nel 2016 in molte di esse non risultano né controlli né sanzioni sulle certificazioni energetiche, che la legge nazionale ha stabilito minimo al 2 per cento. Si segnalano in negativo Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Marche, Molise, Sardegna e Umbria, quasi la metà del numero complessivo delle Regioni italiane, che oltretutto hanno la facoltà di emanare leggi più restrittive rispetto al numero di controlli e all’entità delle sanzioni: anche in questo caso poco o nulla è stato fatto, salvo la felice eccezione della Provincia di Bolzano, che prevede controlli su tutti gli attestati di prestazione energetica e verifiche tanto sul progetto che in cantiere. Una situazione tanto più paradossale considerando la continua e pressante richiesta di autonomia da parte degli enti locali al governo centrale in ogni campo d’azione, e quando come in questo caso le Regioni possono effettivamente godere di un’ampia facoltà di manovra, il risultato è il nulla assoluto, o quasi.
Le proposte di Legambiente
Legambiente non si limita a puntare il dito su inefficienze e carenze del sistema, ma avanza delle proposte migliorative che partono innanzitutto da controlli indipendenti sulle certificazioni energetiche e le sanzioni: le Regioni devono fissare le regole, e il governo deve sollecitare gli enti inadempienti, ma soprattutto si dovrebbe legare l’efficienza energetica con la messa in sicurezza degli edifici sotto il profilo antisismico. Per questo motivo Legambiente propone l’obbligo del libretto energetico e antisismico per tutti gli edifici presenti nel territorio italiano.
Inoltre bisogna rendere strutturali gli incentivi per la riqualificazione del patrimonio edilizio, messo a dura prova anche dall’alternanza di caldo record e violenti acquazzoni sotto forma di ‘bombe d’acqua’ che hanno già provocato numerosi disastri da Nord a Sud senza eccezioni, frutto dei cambiamenti climatici eccezionali di questi anni. In questo modo inoltre sarà possibile ridurre in maniera determinante i consumi energetici degli edifici civili, che necessitano anche di una semplificazione degli interventi, per consentire a cittadini e famiglie di dimezzare la spesa attuale. Si auspica infine che diventi finalmente operativo il già citato Fondo per l’efficienza energetica introdotto con il Decreto Legislativo 102/2014, stabilendo i criteri per l’accesso da parte di privati e enti pubblici.