Tre giorni dopo le stragi di Parigi, di ritorno dall’obitorio, dove ha riconosciuto il cadavere della moglie, Antoine Leiris ha sentito il bisogno di scrivere e ha affidato a Facebook un lungo sfogo: “Non avrete il mio odio“. Oggi quelle parole tornano più forti che mai nel libro che porta lo stesso titolo, in uscita anche in Italia. Antoine negli attentati di Parigi del 13 novembre ha perso l’amata moglie Hélène, uccisa dai terroristi al Bataclan durante il concerto degli Eagles of Death Metal. Quella sera era rimasto a casa con il figlio Melvil, di soli 17 mesi: pochi giorni dopo dovrà riconoscere il corpo in un obitorio. Le sue parole, affidate al social network, fecero il giro del mondo, diventando il simbolo della speranza e della voglia di rinascita di una città e di una nazione ancora sotto choc. Ora il libro con cui Antoine torna a parlare di quella sera, del suo amore per Hélène e di come sia difficile ma possibile vincere l’odio, anche se schiacciati da un dolore così grande.
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“L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo giorni e notti d’attesa. Ed era così bella, bella come quando è uscita venerdì sera, bella come quando mi ha fatto follemente innamorare di lei 12 anni fa“. Si apre così la lettera che Antoine Leiris aveva affidato a Facebook dopo la morte della moglie. La violenza dei terroristi gli aveva portato via la donna della sua vita, la madre di suo figlio, solo perché era andata a un concerto. Quasi tutti avremmo ceduto all’odio, sopraffatti da un dolore indicibile. Non Antoine, giornalista culturale con la passione della scrittura. “Non vi farò il dono di odiarvi. Certo lo meritereste ma rispondere all’odio con la collera sarebbe cedere alla stessa ignoranza che vi ha resi ciò che siete“. Davanti al terrore e alla paura ha messo l’amore, quello per Hélène e quello per il figlio Melvil, iniziando un lungo e doloroso cammino verso un futuro diverso ma carico d’amore.
Foto da Facebook
In Francia gli hanno dato un soprannome, l’homme sans haine, l’uomo senza odio. In tutte le interviste che ha concesso alla stampa locale e italiana, riprende con forza il concetto: lasciarsi travolgere dall’odio è solo dannoso ed è ciò che vorrebbero i terroristi. Dopo 5 mesi nulla è cambiato. Lui e il piccolo Melvil non si lasceranno trascinare in una spirale di violenza, non la daranno vinta ai quei folli che gli hanno portato via Hélène.
“Avrebbe potuto essere un automobilista che dimentica di frenare, un tumore un po’ più maligno degli altri o una bomba nucleare, la sola cosa che conta è che lei non c’è più. Le armi, le pallottole, la violenza, non sono che lo sfondo della scena: quel che importa è l’assenza“, spiega in una toccante intervista al Corriere della Sera.
Da quel 13 novembre la sua vita è cambiata ma ha trovato il coraggio di reagire con dignità e grandezza d’animo, da uomo cresciuto in un paese libero e democratico, dove non vige la legge del taglione come vorrebbero i terroristi. “È una lotta, una lotta ogni giorno, contro l’odio sì, ma anche contro la rabbia e contro ogni sensazione negativa che è arrivata con la morte di Hélène. Io e Melvil saremo in questo viaggio per tutte le nostre vite. Non ci riuscirò ogni giorno, però provarci è la cosa che conta“, confessa in un’intervista a Vanity Fair.
“Non avrete il mio odio”, edito in Italia da Corbaccio e disponibile dal 28 aprile, diventa il manifesto di una lotta di civiltà, quella della cultura, delle parole e della legge contro l’ignoranza, la violenza e il terrore, ma è anche il racconto di una vita spezzata, di una amore perso per colpa della follia umana. Una testimonianza toccante del coraggio di un uomo che non vuole cedere all’odio. Nonostante tutto.
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