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Gavin Long è stato identificato come il killer di Baton Rouge: è lui il responsabile della morte di tre agenti in quello che è il secondo attacco alla polizia negli Stati Uniti. A spiegare le motivazioni dietro il folle gesto è proprio lui in un video pubblicato su YouTube dopo la strage di Dallas ma anche sui social network. Gli inquirenti cercano di ricostruire il profilo dell’assassino e soprattutto i motivi che l’hanno portato a colpire e uccidere; il principale è quello della tensione razziale che ormai è a livelli massimi da tempi in tutto il paese.
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Le sue parole, affidate al web, sembrano confermare questa versione: nel video parla di quanto successo in Texas e, dopo aver definito il killer di Dallas “uno di noi“, spiega qual è l’unico modo per vincere le rivoluzione: spargere sangue.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il suo profilo e gli elementi raccolti sul web potrebbero aiutare. Il ritratto che emerge dai suoi profili social è quello di una persona diversa dal killer preciso e spietato. Su Twitter si definiva in mille modi, dal mental coach, allo stratega della libertà di sangue etiope, mentre sul sito convoswithcosmo.com, registrato a suo nome, si descriveva anche “nutrizionista, autore e consigliere spirituale“. Su Linkedin è registrato come Cosmo Setepenra, nome che si era scelto quando, lo scorso anno, si era definito “un cittadino straniero” perché membro della Washitaw Nation, o Washitaw de Dugdahmoundyah, gruppo di afroamericani che pretendono di essere una nazione autonoma interna agli States e che non riconoscono l’autorità federale.
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Nel video pubblicato dopo la strage di Dallas, Long parla delle “lotte degli africani“, citando le celebrazioni del 4 luglio, giorno dell’Indipendenza: “Si celebra l’indipendenza dagli europei come giorni di festa nazionale ma se un africano cerca di reagire, allora è sbagliato“, dice nel video. “Tutte le rivoluzioni hanno avuto successo solo con la violenza, con spargimento di sangue. Nessuna lo hanno avuto solo con la protesta“.
Il discorso continua con l’analisi dei movimenti di protesta del movimento Black lives matter che, a suo dire, non possono ottenere nulla perché “non basta conoscere i propri diritti in questo mondo“. Le uniche cose che permettono di vincere sono “soldi e sangue, soldi e sangue“, ripete in continuazione. “Conosco i miei diritti e li metto in pratica: è questo che mi separa dagli altri“, dice. “Io so che morirò perché non mi arrenderò“.
L’ultimo tweet comparso sul suo profilo il 17 luglio sembra essere l’ennesima “ultima parola” prima della strage. “Solo perché ti alzi la mattina non vuol dire che stai vivendo. Solo perché muovi il corpo non vuol dire che che non sei morto“.
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