Come si evince dalla testimonianza di Gianni Cretarola, uno dei killer di Vincenzo Fenia, esisterebbe, all’interno delle cosche mafiose, un vero e proprio rituale di affiliazione. Cretarola afferma che basta aver compiuto 16 anni per affiliarsi e non è neppure necessario avere ucciso, una specie di rito di passaggio, in cui il giovane si taglia il polso con un punteruolo. Le parole di Cretarola sono molto chiare, spiegando che si tratta di un rito meno cruento di altri, come quello, ad esempio, in cui si deve bere il sangue dal braccio di un confratello, per poi tagliarsi a propria volta.
Così avverrebbe l’iniziazione da picciotto e poi si ha la possibilità di diventare custode delle armi e della droga e contabile dell’organizzazione. L’esperienza di Cretarola è stata costituita proprio da questo incarico, che lui definisce “di responsabilità”, considerata anche la giovane età. Nelle perquisizioni gli investigatori hanno trovato a Cretarola anche una copia del codice di San Luca, l’alfabeto degli affiliati. E’ stato proprio Cretarola a spiegare che si tratta di un modo per comunicare. Tutto all’interno di un sistema in cui non si parla di gradi, ma di doni. Cretarola afferma: “Gradi è parola pericolosa, non si usa. I gradi li portano gli appartenenti alle forze dell’ordine”.
Il codice di San Luca
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Il codice di San Luca è rappresentato da un alfabeto criptato, che veniva utilizzato in particolare dalla cosca di San Luca, in Calabria. Soltanto gli appartenenti a questo gruppo potevano comprendere i messaggi che questo codice voleva mandare. Questo sistema di comunicazione è stato ritrovato in un quaderno a casa di Gianni Cretarola, che oggi è diventato collaboratore di giustizia. Si tratta di un metodo di comunicazione piuttosto elaborato, che si avvale di simboli: ad ogni simbolo corrisponde una lettera dell’alfabeto.
Il codice di San Luca veniva utilizzato per criptare i nomi degli spacciatori, ai quali venivano affidate le diverse partite di droga. Per esempio è stata ritrovata una pagina in cui sono stati riportati dei numeri, che corrispondevano ai grammi di cocaina, tutti in una colonna, e, in corrispondenza, nell’altra colonna, dei nomi, tutti da decifrare, perché equivalenti ai simboli dei messaggi criptati. La polizia ha trovato intere pagine scritte proprio secondo i principi del codice di San Luca. E’ stato elaborato anche uno specchietto di equivalenza fra le lettere dell’alfabeto e i vari simboli utilizzati.
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