Ennesimo rialzo dei tassi d’interesse per contrastare la fiammata inflazionistica: la Bce conferma ancora una volta la sua volontà di adottare una politica monetaria restrittiva.
Mai così alti dal lontano 2001, i tassi di interesse sono sempre più elevati: la Bce vuole ridurre l’inflazione aumentando per la nona volta i tassi d’interesse. Il tasso sui rifinanziamenti è aumentato al 4,25%, quello sui prestiti al 4,50% e quello sui depositi al 3,75%. Il trend inflazionistico sta calando e a settembre ci potrebbe essere una vera e propria pausa. Ciò che è certo è che non sarà previsto alcun taglio dei tassi di interesse, ha sottolineato e ribadito Christine Lagarde.
La Bce in un comunicato scrive:
“L’inflazione continua a scendere ma ci aspettiamo che resti ancora troppo alta per troppo tempo”.
La finalità del nuovo incremento di un quarto di punto percentuale dei tassi d’interesse è quella di raggiungere il target di inflazione a due punti percentuali.
Ennesimo incremento dei tassi di interesse, la Bce punta dritto a fare scendere l’inflazione. Analizzando meglio i dati, si può notare come l’inflazione nominale stia scendendo, mentre quella di fondo continua ad essere sostenuta. I fattori di rialzo stanno subendo un mutamente, sottolinea la stessa Lagarde: la pressione sui prezzi sta aumentando. Nei prossimi mesi il board valuterà attentamente i dati a disposizione e a settembre verranno prese ulteriori decisioni.
L’ennesima decisione della Bce di aumentare i tassi di interesse ha un impatto determinante sui mutui, in particolare su quelli a tasso variabile. Come si evince dai dati pubblicati dal sito Mutuionline.it, la rata dei mutui a tasso variabile ha subito un aumento dal 60 al 69% con aumenti di centinaia di euro a seconda della durata del piano di ammortamento.
Molte famiglie non riescono a sostenere l’aumento della rata del mutuo acceso, per questo molti nuclei si rivolgono agli sportelli bancari per chiedere la surroga del mutuo o la possibilità di rinegoziarlo. Nel caso di gravi difficoltà economica, come nel caso della perdita del posto di lavoro, è possibile sospendere i pagamenti, ricorrendo al fondo Gasparrini.
La politica restrittiva adottata dalla Bce ha cominciato ad avere conseguenze economiche negative sulla domanda dai prestiti, che ha subito un netto calo. La domanda dei finanziamenti da parte delle imprese è scesa ai minimi. Gli istituti di credito hanno inasprito le condizioni per accedere ai prestiti. Tali condizioni potrebbero cagionare gravi danni al mercato real estate ed effetti recessivi sul sistema economico, tra cui la penalizzazione degli investimenti sull’innovazione.
L’incremento dei tassi d’interesse da parte della Bce ha effetti positivi sull’inflazione, ma anche sull’aumento dei tassi di rendimento dei conti deposito. Su pressione dei clienti, gli istituti bancari dopo anni di tassi di rendimento quasi a zero hanno deciso di incrementare i tassi di rendimento dei conti deposito vincolati e non vincolati. Ad offrire maggiori tassi di rendimento sono i conti deposito vincolati.
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